L’infortunio di Grava, per il quale molto probabilmente la stagione è finita, apre scenari di mercato diversi a quelli preventivabili alla vigilia della gara contro la Fiorentina.
La difesa, il reparto con minori garanzie prospettiche, con l’assenza del soldatino ne ha ancora meno.
E’ sempre molto importante tenere d’occhio la data in cui accadono episodi del genere, che nel calcio sono da mettere in considerazione, e se ti lasciano modo di recuperare o meno sul mercato.
Il lato “positivo” che si può trovare da quel ventiduesimo minuto che ha messo fuori servizio “Gravatar” è che restano ancora 14 giorni per intervenire e sostituirlo, anche se si corre il rischio di divenire “blasfemi” considerata l’insostituibilità del vice-capitano azzurro.
Il vero problema è dato dalla mancanza di nomi realistici da poter innescare nel motore partenopeo di mezza stagione.
Dopo aver risolto l’ormai epico problema del difensore mancino (Ogbonna e Ruiz sembrano contendersi il posto, con una momentanea pole-position del secondo), occorre prendere il terzo centrale, questa volta quello dal piede destro.
Una settimana fa ci si sarebbe potuti gettare su Barzagli ma adesso è ormai della Juventus, che ha compreso le sue lacune arretrate proprio nell’incontro con il Napoli.
Ripiegare sull’evanescente Fabiano Santacroce sarebbe un passo indietro: l’azzurro ha dichiarato più volte di voler cambiare aria e trattenerlo, conoscendo le sue tempra caratteriali molto incidenti sulle prestazioni, potrebbe destare qualche preoccupazione.
Difficile immaginare chi possa prendere il posto di quel Grava, pedina fondamentale dello scacchiere azzurro. Sta di fatto che il lavoro di Bigon si complica notevolmente, con la consapevolezza che ogni piccolo errore rischierebbe di mettere in dubbio quella qualificazione Champions che quest’anno, come mai prima di adesso, lascerebbe un amaro sapore di fallimento.