Un intero pomeriggio senza fiato per Napoli, il Napoli e i napoletani: tutti uniti da una comune preoccupazione.
E poco importa se il tema non era di quelli che accendevano i riflettori mediatici della cronaca europea: scusateci ma questa volta non era la munnezza e non era la camorra al centro dei nostri pensieri.
Una volta tanto eravamo preoccupati per lo sport, quel sano diversivo che rende tutti uguali, senza distinzione di classi o dettate dal Dio danaro, quasi a ricordarci “la livella” narrata da un principe napoletano.
Il mondo della comunicazione è cambiato e le notizie girano sul web, sui portali, sulle web-radio: tutti incollati davanti al pc inseguendo quella notizia tanto aspettata, quell’assoluzione ufficiale per il Pocho, colpevole sì ma troppo importante in questo momento per lasciarsi abbattere dinanzi al “vento del nord”.
Lavezzi è il nostro cappello di lana contro quel vento, l’arma in più per il riscatto di un intero popolo, il colpo in canna per regalare ancora attimi di gioia ad una stagione da incorniciare.
La città lo ha già perdonato e lo ha dimostrato ieri al San Paolo durante il riscaldamento pre-partita: i cori erano tutti per lui.
Un argentino ha unito Napoli: il destino a volte si ripete.