La serata che da tanto si attendeva è arrivata, la città è pronta per vivere una prima serata calcistica di classe ricca di entusiasmo, tutti si rintanano dove è possibile guardare l’evento in Tv. Bel colpo d’occhio alla Scala del calcio, dove sono pervenuti più di 10.000 tifosi partenopei, sparpagliati nei vari settori dello stadio e giunti da tutt’Italia. Alle 21,45 è tutto pronto, palla al centro per il fischio d’inizio. Il Milan si presenta con una difesa a quattro (Juankulovski, Thiago Silva, Nesta e Abate) i tre centrocampisti di rottura (Gattuso, Van Bommel e Flamini), confermato Pato al fianco di Ibrahimovic. Il Napoli privo dell’assente giustificato Pocho si affida a Mascara favorito a Zuniga e a Sosa.
La partita è sentita fin dai primi minuti, molto contratta tatticamente, caratterizzata da pochi spazi disponibili per le manovre di gioco di entrambe le squadre. Solo al 7′ si intravede il primo tiro in porta, è il Milan che con lo svedese non riesce ad inquadrare la porta. Al 12′ Hamsik va via da Juankuloski, da oltre venti metri ha il tempo di calciare in porta, si coordina bene ma il tiro esce oltre un metro alla sinistra di Abbiati. Il Napoli del primo tempo è tutto qui, i laterali non riescono a creare superiorità numerica. I tre cross venuti dalla sinistra da parte di Dossena sono imprecisi e non trovano l’impatto con un Cavani lasciato da solo li davanti. Maggio non riesce ad essere incisivo sulla fascia destra, non riesce mai a scendere in profondità. Lo stesso Mascara non riesce a dare incisività in avanti, si sacrifica nei rientri, ma li davanti non sembra ancora ben inserito nei meccanismi offensivi di Mazzarri. Dal 20′ in poi il Milan comincia a crederci e comincia a guadagnare metri in campo, limitando un Napoli ordinato in difesa ma incapace di organizzare gioco dalla metà campo, nessuna verticalizzazione. Dall’altro canto il Milan riesce a giungere pericolosamente al 34′ al tiro con Van Bommel, che sfrutta un rimpallo favorevole, da solo in area conclude con un tiro violento che viene rimpallato da un superbo Aronica. Dopo pochi minuti ancora il Milan in avanti che sfruttando una sponda di Ibra innesca in area Flamini che viene prontamente anticipato da De Santics, che con un controllo poco felice restituisce palla ai rossoneri, Pato in agguato cerca la via della rete con una conclusione debole, ancora una volta respinta a pochi metri dalla linea da Aronica. Il primo tempo si chiude con un Milan consapevole di poter scrollarsi di dosso la pressione, il Napoli non brillante sul piano del gioco sembra reggere l’impatto del diavolo e colpire in contropiede. Insomma un primo tempo poco vivace.
Ma gli spettri del Madrigal sono in agguato, l’amnesia e forse la paura di essere diventati grandi fra tremare le gambe degli azzurri. Il secondo tempo per il Napoli è iniziato peggio di come è cominciato il primo tempo. Succede tutto in appena 60 secondi. Al 46’ Maggio perde palla, e dall’azione seguente nasce il calcio d’angolo. Palla che scodellata al centro che arriva sui piedi di Van Bommel, da distanza ravvicinata calcia in porta e trova un De Sanctis attento che come un felino mette la palla al di sopra della traversa. Dall’angolo successivo, succede tutto quello che un tifoso malpensante può pensare. Spinta dello svedese su Cannavaro che non riesce colpire il pallone, dal rimpallo successivo la palla attraversa l’area piccola e per giungere sulla destra dove Aronica per anticipare il tentativo di rovesciata di Flamini e l’intervento di Pato, colpisce non volontariamente la palla con il braccio sinistro. Per l’arbitro non ci sono dubbi è calcio di rigore, ma i dubbi ci sono perché il rigore non era evidente: la settimana scorsa un netto fallo di mano in area di Robinho non era stato segnalato, mentre stasera in un’azione al quanto confusa in area l’arbitro Rocchi, il migliore nel primo tempo e poi diventato il peggiore di tutta la partita, ha visto un tocco di mano in area al quanto discutibile. Ibrahimovic si presenta con l’area da pistolero davanti al rigore e porta in vantaggio il Milan, fino a quel momento immeritatamente, anche se il buon De Sancits aveva intuito la traiettoria, ma non ha trovato la spinta giusta per respingere il tiro.
La partita da questo momento in poi non è più la stessa, il Napoli crolla mentalmente e fisicamente e non da peso specifico in attacco. Al 54’ è ancora il Milan ad essere pericoloso, Pato supera Campagnaro sulla sinistra, si accentra e fa partite un tiro preciso, ma trova un elastico De Sanctis a negargli la rete. Cinque minuti dopo è ancora il numero 26 azzurro a tenere in vita il Napoli, salvando una conclusione di ravvicinata di Robinho il quale sfrutta un passaggio rasoterra di Pato, che abilmente ad aver ragione di Gargano ed eludere l’intervento di Hamsik. Nella speranza dei tifosi c’è sempre l’immagine di un Napoli che in pochi minuti può entrare in partita e soprattutto negli ultimi giri di orologio può fare il miracolo. Ma purtroppo non è cosi perché la mazzata dell’ingrato rigore subito è troppo forte da digerire, le fatiche di coppa si fanno sentire, il Napoli non ha gli occhi della tigre.
In poco meno tre minuti il Napoli va in stand bye: sull’asse Ibrahimovic-Pato-Boateng nasce il secondo gol, azione simile a quella mancata precedente sfumata da Robinho. Al ’79 il Napoli oramai allo sbaraglio alla ricerca di gol che potesse riaprire la partita, finisce per subire il più classico dei contropiedi (innescato da un colpo di testa di Van Bommel dal limite dell’area rossonera), Pato con rapidità si porta in avanti, l’inedita coppia difensiva Aronica-Zuniga (subentrato al posto di Mascara) non riesce a trovare le contro misure, il successivo taglio a destra di Ibrahimovic regala lo spazio giusto a Pato di poter piazzare la palla nel sette alla destra di De Sanctis.
Il Napoli cede ai colpi di un Milan, che pur legittimando la vittoria non ha fatto nulla di trascendentale per vincerla. Sono maggiori i demeriti dei partenopei, forse non hanno smaltito le tossine del Madrigal o forse troppo tesi per affrontare una sfida, che per gli occhi di noi tifosi appare da scudetto. Mazzarri a caldo nel post-partita ha dichiarato “non siamo stati noi, ci aspettano altre 12 finali[…] si può perdere contro il Milan a Milano”. Intanto ci chiediamo, chissà cosa avrà pensato Diego Maradona seduto dalla poltrona di casa mentre guardava perdere il suo Napoli?
Alle 23 passate si spengono le luci a San Siro, il Napoli è a meno sei punti, è terzo dietro all’Inter. C’era chi aveva spolverato la bandiera e gli stendardi targati 89/90, ma tristemente gli ha dovuto riporre nel cassetto delle grandi occasioni mancate. I padri continueranno a narrare ai figli i propri ricordi del lontano 1986, quando il Napoli vinse la sua ultima sfida ad alta quota a Milano. Il Napoli rimane ancora una squadra vincente non dobbiamo dimenticarlo e soprattutto non dobbiamo dimenticare che i sogni son desideri.
MILAN (4-3-1-2): Abbiati, Abate (36′s.t. Oddo), Nesta, Thiago Silva, Jankulovski (27′s.t. Emanuelsson), Gattuso, Flamini, Van Bommel, Robinho (18′s.t. Boateng), Pato, Ibrahimovic. Panchina: Amelia, Yepes, Seedorf, Cassano. Allenatore: Allegri
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Aronica, Campagnaro, Cannavaro, Maggio (33′s.t. Sosa), Pazienza, Gargano (39′s.t. Yebda), Dossena, Mascara (20′s.t. Zuniga), Hamsik, Cavani. Panchina: Iezzo, Santacroce, Victor Ruiz, C.Lucarelli. Allenatore: Mazzarri
Reti: 4′s.t. Ibrahimovic su rig. (Mil), 32′s.t. Boateng (Mil), 34′s.t. Pato (Mil)
Ammoniti: Pato (Mil), Boateng (Mil), Gargano (Nap), Aronica (Nap)
Alessandro D’Auria
Articolo modificato 4 Mar 2011 - 19:31