Tocca al Parma questa settimana testare le ambizioni europee del Napoli, nel terzo scontro (dopo Catania e Brescia) contro squadre che affannosamente rincorrono la salvezza, anche se sarebbe delittuoso paragonare il Parma di questa stagione alle squadre di bassa classifica benchè numeri alla mano siano appaiate in graduatoria.
Una squadra che può schierare un ottimo portiere (Mirante) una difesa esperta (Zaccardo, Paci, Lucarelli) e a centrocampo elementi di valore come Dzemaili e Galloppa, e una batteria di trequartisti ottimi come Marques, Candreva e Giovinco, dietro poi a elementi come Amauri, Crespo e Bojinov. Eppure il Parma è laggiù in graduatoria e ci deve essere una ragione. E la ragione è la guida tecnica, e non perchè il bravo Marino sia inadeguato, quanto perchè le sue caratteristiche di tecnico, che sposa il gioco veloce, con sovrapposizioni e triangolazioni continue offerte dal modulo 3-4-3, mal si sposa con le qualità dei calciatori che ha in rosa. Non avendo ali veloci o esterni adeguati ai compiti, spesso il gioco risulta affannoso e lento, con cross dalla trequarti per i centravanti, che a volte inventano la giocata (vedi Amauri a Roma) e a volte no. L’unica variabile è costituita dalle accelerazioni della Formica Atomica Giovinco, che purtroppo spesso non è stato al top durante la stagione.
La gara sarà il posticipo di giornata e il Napoli avrà il vantaggio (o è uno svantaggio) di conoscere tutti gli altri risultati, ma è certo che si deve tornare a casa con dei punti in cascina, poichè le inseguitrici si fanno pericolose (specialmente l’Udinese), ed è giusto provare a mettere distanza anche in vista degli scontri diretti.
Andrea Iovene