L’uomo ha due orecchie e una bocca solo perché dovrebbe più ascoltare che parlare. Purtroppo il proverbio danese negli ultimi tempi sembra un tabù per una particolare stampa “aggressiva” nei confronti degli azzurri. Di mira è sempre lui, Walter Mazzarri, l’uomo che sotto-sotto tutti vogliono e apprezzano perché in 18 mesi ha portato il Napoli dal baratro delle zone rosse, prima in Europa, fino a far pronunciare la parola scudetto, che dalle nostre parti non si nominava dall’epoca d’oro di Maradona.
L’accanimento contro Mazzarri ci sembra piuttosto eccessivo, gratuito e poco attinente con l’attività agonistica. Il buon Walter viene etichettato prima come piagnone, poi come burbero in panchina e poi come ingrato perché “secondo alcuni” si stia facendo travolgere dal fascino bianconero.
Dalle colonne del Giornale il toscano viene criticato aspramente perché facevo uso del cellulare e perché fumava una sigaretta in tribuna. Ma dobbiamo commentare l’evento calcistico oppure inseguire miseri pettegolezzi da grande Fratello? Questo è giornalismo? Chi non opera, critica. Un minuto di pensiero vale più di un’ora di parole.
Alessandro D’Auria