Quando lo sport batte le malattie

Eric Abidal, difensore francese e perno del Barcellona, è solo l’ultimo di una lunga lista di atleli costretti a mettere da parte la propria passione, trasformatasi poi in lavoro, per far spazio ai medici, alle cure, alla malattia che non guarda in faccia nessuno. Per Abidal si parla di un tumore al fegato; un male che, una volta curato, può anche far tornare il bluagrana in campo in tempi rapidissimi.

La storia, però, è piena di alteli messi in ginocchio, ma anche capaci di rialzarsi dai mali più difficili. Uno su tutti è il campione paralimpico sudafricano Oscar Pistorius, medaglia d’oro nei 200 m piani ad Atene 2004 e nei 100, 200 e 400 m piano a Pechino 2008. Resosi celebre per le sue continue lotte per entrare a far parte delle Olimpiadi del 2008 e per i suoi record del mondo in tutte le proprie discipline, la sua storia comincia a11 mesi, quando, dopo avergli riscontrato una grave malformazione ai peroni, gli vengono entrambi amputati. Incomincia così la sua corsa più importante, quella corsa fatta di tanti oscatoli e di tante occasioni per ripartire, fino all’incontro con l’atletica leggera e la sua definitva rinascita.

In questo triste elenco però non poteva mancare lui, Le Roi Americain, Lance Armstrong.  Nell’ottobre del 1996 infatti, al ciclista americano viene diagnostico un tumore ai testicoli, una malattia che lo terrà fermo ai box fino al 1998, quando tornerà a correre. Eccome se torna a correre. Quella malattia e il ritorno sembrano così dargli una forza tale da pedalare in salita, in discesa, senza freni. Da lì al 2005, infatti, vince per ben 7 volte consecutive il Tour de France, il più importante avvenimento sportivo per un ciclista. correre. Quella malattia e il ritorno sembrano così dargli una forza tale da pedalare in salita, in discesa, senza freni. Da lì al 2005, infatti, vince per ben 7 volte consecutive il Tour de France, il più importante avvenimento sportivo per un ciclista.

Abidal, Pistorius e Armstrong. Apparentemente 3 atleti fantastici ma senza nulla in comune. Eppure qualcosa che mi mette sullo stesso carro c’è, qualcosa che va oltre lo sportivo: perchè Eric, come Oscar e Lance, lotterà e vincerà la sua partita contro la malattia. E mentre lui segnerà il gol più bello della sua vita, Pistorius correrà più veloce di un leone e Armstrong pedalerà più veloce del vento. Perchè così vuole la caparbietà dell’uomo, perchè così vuole la storia.

 

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