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In esclusiva per SpazioNetwork siamo riusciti a contattare l’agente Fifa Vincenzo Massa, iscritto nell’albo della Fifa dal 2009. Nella nostra piccola inchiesta cerchiamo di solleticare la curiosità dei nostri lettori su quanto concerne il mondo degli “intermediari del pallone”. Passiamo all’intervista:

Chi è l’agente Fifa, di cosa si occupa precisamente?
L’Agente Fifa non è altro che la nuova denominazione del più comune Procuratore calcistico. Si occupa principalmente di gestire e curare gli interessi sia calcistici che di immagine di un calciatore.
Ci spieghi come si diventa procuratore? Quali sono i requisiti preliminari?
I requisiti minimi per diventare un procuratore è avere un titolo di studio di scuola media superiore. Basta fare domanda di partecipazione all’esame che si tiene 2 volte all’anno (marzo e settembre) a Roma.

Ci illustri quali sono le conseguenze dall’abolizione dell’albo degli agenti fifa? Che opinioni hai al riguardo? L’Italia è la nazione che vanta il maggior numero di Agenti di calciatori dell’intero sistema Calcio. L’eventuale abolizione dell’albo Agenti non è positivo per il sistema, poichè ai tanti Agenti, si andrebbero ad aggiungere figure a cui mancherebbero conoscenze di base e professionalità, rischiando di creare solamente confusione per il solo scopo di lucrare.
Molti accusano la tua categoria di fare il bello e soprattutto il cattivo tempo nel mondo del calcio, tu che opinione hai al riguardo?
La mia opinione è che la figura dell’Agente Fifa è indispensabile per chi vuole fare calcio nel modo più serio e professionale possibile. Le società che si affidano a Procuratori hanno la certezza che attraverso la loro mediazione vanno a buon fine operazioni di mercato ben precise, mentre per i calciatori avere un Agente è il modo più sicuro per avere opportunità di mettere in mostra le loro capacità tecniche. Purtroppo però, esistono colleghi o pseudo tali che fanno questo solo per speculazione senza avere nessuna conoscenza di normative a tale riguardo, creando solo disastri anche a chi fa il proprio lavoro per bene.
Che consigli daresti ad un giovane ragazzo che vorrebbe intraprendere questo tipo di mestiere?
Il mio consiglio è quello di fare questo mestiere solo se si ha davvero una forte passione per il calcio e una voglia di imparare e aggiornarsi di continuo. Se lo si fa semplicemente per il solo scopo di fare soldi si rischia di non avere vita lunga in questo campo.
L’Italia oltre ad essere una nazione di allenatori e anche una nazione di procuratori, è un dato confortante o crea squilibri?
L’Italia vanta moltissimi procuratori, ma se vogliamo individuare quelli che sanno fare questo lavoro ritorniamo ai livelli di tanti altri paesi europei e non. Quindi per noi, può essere solo uno squilibrio per i motivi che accennavo precedentemente.
Come ti sei avvicinato alla professione?
A questo lavoro mi sono avvicinato grazie alla mia forte passione per questo sport. Sono Agente Fifa dal 2009, ma sto nel mondo del calcio già dal 2006, visto che ricopro il ruolo di Direttore Generale nella società di calcio femminile del Pontecagnano. Nel 2007 poi, ho sostenuto l’esame per Dirigenti Sportivi organizzato dalla FIGC e LND, che mi ha permesso di incrementare la mia conoscenza di questo sport fantastico.
Lavori soprattutto con i giovani, quali sono le difficoltà quotidiane che devi affrontare?
Le difficoltà possono essere molteplici. I giovani, soprattutto i minori, possono creare quella difficoltà legata agli studi, quindi magari a causa di ciò non potersi spostare per giocare a calcio. Ma in fondo sono problematiche che possono risolversi se ci sono quelle società che possano garantire a loro e ai rispettivi genitori la prosecuzione degli studi oltre al calcio. Per quanto mi riguarda, questo particolare per me viene al primissimo posto, cioè i ragazzi che seguono gli studi devono mettere prima questo al primo posto e subito dopo il calcio.
Qual è la prima cosa che vedi in un calciatore? Le motivazioni di un procuratore possono essere più incisive dell’allenatore in campo nella costruzione della sua carriera?
La prima cosa che vedo in un calciatore è il talento, poi se fisicamente ha quelle caratteristiche che sono richieste dalle società, e poi l’umiltà. Quest’ultima cosa se non si sposa con le prime due non credo che possa fare molta strada. L’allenatore nella crescita di un talento è fondamentale, il procuratore può incentivare a dare il massimo, ma il tecnico è colui che oltre ad allenare deve educare il ragazzo in tutte le sue sfaccettature.
Ci racconti le dinamiche tipiche di una transazione calcistica?
Il mio lavoro consiste nel mediare tra le parti ad arrivare ad un accordo economico affinchè si concluda l’operazione di trasferimento e\o tesseramento. L’accordo viene poi depositato alla Lega competente.
Mi spieghi nel dettaglio “le schede valutative” dei tuoi collaboratori, di cosa si tratta? Cosa contengono, quali sono i parametri da osservare?
Le schede valutative che hanno i miei collaboratori sono due. Una per il portiere e una per il calciatore di movimento. I parametri da osservare di entrambi sono pressocchè uguali, e tengono in considerazione i vari aspetti, come fisici, tecnici, tattici e comportamentali di ogni ragazzo.
Guardando i risultati delle nostre rappresentative nazionali, ci accorgiamo che il nostro calcio sta perdendo il passo. Tutto questo perché accade secondo te? E’ un problema di “progettualità” oppure di “incapacità”?
Secondo me accade perché negli anni le nostre società di calcio non sono state capaci di improntare un discorso legato ai giovani. La nostra Serie A ad esempio, vanta poche squadre che hanno puntato sui giovani talenti italiani, preferendo magari relegarli nelle categorie inferiori per farli giocare con continuità e farli crescere. Negli altri paesi europei invece non è affatto così. I modelli da seguire sono il Barcellona ad esempio, oppure l’Arsenal o il Manchester Utd. Società che fanno tesoro del loro serbatoio giovanile. In Italia abbiamo l’esempio più bello che è l’Udinese. In sintesi, ritengo che se vogliamo ritornare ad essere protagonisti a livello internazionale, bisogna svecchiare le squadre e progettare un discorso tecnico improntato sulla formazione e crescita dei giovani, che sono e saranno il futuro del calcio. Non solo italiano. Trovo interessantissima la proposta del CT Prandelli, di far partecipare l’Under 21 italiana alla prossima Serie B. Vediamo che succederà.
Per spingere un buon calciatore ai massimi livelli, quali sono gli ostacoli da sormontare?
Secondo me, ostacoli giganteschi non ce ne sono. Nel senso che se un calciatore è valido e di enormi prospettive, le società non hanno problemi nel prenderlo e di farlo crescere fino ad arrivare ai livelli più alti consentiti. Sono dell’opinione che se un ragazzo vuole fare il calciatore affronta ogni difficoltà e si sacrifica pur di arrivare a traguardi importanti per la sua eventuale carriera calcistica.
Visto che hai a che fare maggiormente con calciatori campani, potresti descriverci le loro peculiarità, difetti e pregi? Perché nei campionati inferiori, soprattutto quelli settentrionali, il calciatore campano è “un usato garantito”?
I calciatori campani, ma come tutti i calciatori in genere sono tutti sullo stesso livello se parliamo di carattere. A livelli dilettantistici è così. In Campania, come nel resto del Sud Italia, i calciatori dilettantistici hanno più voglia e più “fame” quando sono sul rettangolo di gioco, quindi al Nord sono molto più richiesti proprio per questa loro maturazione. Quindi sono garanzia per queste società che mirano a traguardi importanti.

Soldi, fama e celebrità sono davvero il desiderio del giovane calciatore di oggi? C’è ancora spazio per la passione e l’amore per questo sport?
I miti calcistici sono sempre esistiti, anche se forse il calcio di oggi è cambiato soprattutto a livello economico e mediatico. Quindi è normale che un giovane calciatore aspiri a diventare un campionissimo super pagato. Ma la realtà ci impone anche di tenere i piedi per terra, e di far capire a chi fa calcio per la prima volta che bisogna amare prima ciò che si fa, perché nel calcio dei milionari nessuno ti regala nulla per nulla. Quindi, ci vuole solo sacrificio e passione, e i risultati prima o poi arriveranno.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
I miei progetti futuri sono quelli di continuare a fare bene su questa strada che ho intrapreso. Inoltre, ho in progetto di creare una mia Agenzia di Management, che si occupi della gestione di tutto ciò che riguarda la figura del calciatore, dal contratto sportivo ai diritti di immagine. Intanto lavoro per rinforzare la mia rete di collaboratori, così da permettermi di visionare più talenti possibili su tutto il territorio nazionale.

Ringraziamo cordialmente Vincenzo  per la disponibilità e per la delucidazione professionale, per effetto della quale abbiamo scoperto su quali assi gira il mondo dei procuratori calcistici.

Alessandro D’Auria

Articolo modificato 24 Mar 2011 - 10:01

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