Tutti nella vita hanno provato a “vincere facile”, cercando di porre le guance a disposizione della dea bendata. Soprattutto in Italia, in particolar modo a Napoli, dove il gioco è il sale della vita. La notizia viene precisamente dalla regione del Nordreno-Westfalia, uno dei land più popolosi ed industrializzati della Germania. Pochi giorna fa il quotidiano Die Welt ha reso nota la sentenza di un giudice di Colonia che ha bandito per i disoccupati la possibilità di puntare un centesimo sugli eventi sportivi. Pena una multa di 250mila euro per le agenzie irriguardose.
Sarebbe impensabile una tale restrizione in Campania, sarebbe qualcosa di fantascientifico! Giocare alle volte è uno dei stratagemmi per una rapida scalata sociale, oppure per godere di una piccola gioia transitoria. Scommettere è diventato uno status symbol, l’occasione per rilassarsi con amici o colleghi davanti a una buona tazza di caffè. Naturalmente gli eccessi portano sulla cattiva strada, ma come disse Tacito, il vizio esisterà finché esisterà l’uomo.
La motivazione della provvedimento giurisdizionale viene giustificata dal fatto che le ricevitorie non devono più accettare le giocate di persone le cui puntate “non stanno in alcun rapporto con i loro introiti, in particolare per i percettori del sussidio di disoccupazione”.
I metodi d’applicazione di questa normativa sono piuttosto problematici, perché non è possibile riconoscere dall’aspetto se il cliente sia o non disoccupato. In particolare chiedere di mostrare il tesserino di disoccupato, prima di accettare le giocate, sposta la questione verso una violazione della privacy. La restrizione appare piuttosto severa, perché questo tentativo di limitare la dispersione del reddito socialmente utile, francamente lascia il tempo che trova.
Alessandro D’Auria