Napoli-Lazio è il nostro Italia-Germania 4-3! Questa è una vittoria che getta ulteriore benzina sulla fiamma del nostro entusiasmo e ci concede la freddezza di un “pizzico” di consapevolezza su qualcosa di grande, che per “paura di rimaner scottati”, deliberatamente non pronunciamo. Alle ore 14 anche i più ottimisti non avrebbero immaginato che la roulette delle emozioni così pirotecnica e scintillante. E’ stata una partita che rimarrà nell’immagine collettiva dei tifosi azzurri, un altro ricordo da collezionare dopo il 2-3 di Torino. E’ successo di tutto, non è mancato proprio nulla: gol, episodi dubbi, tatticismi, individualità, momenti difficili, rimonte e grandi festeggiamenti. Non si poteva chiedere altro, dopo una settimana di astinenza dalla propria squadra del cuore.
La sfida nel caldo pomeriggio del San Paolo è sembrata una partita “mondiale” e ha visto un Napoli a double face. Edy Reja è stato accolto con i dovuti meriti e raccogliendo l’affettuoso abbraccio del suo ex pubblico. Come tutte le squadre che fanno visita al tempio di Fuorigrotta, anche la Lazio ha adattato il suo modo di giocare, “adattandosi” a quello dei gli uomini di Mazzarri. Già questo è sinonimo che il Napoli è una grande squadra, perché mette in condizione gli avversari di rivedere le proprie convinzioni “tattiche”.
Il canovaccio della partita si sviluppato su due trame differenti: quella thriller del primo tempo, dove si è visto un Napoli amorfo e disordinato; e quella sentimentale perché nonostante le difficoltà palesi è riuscito ad emergere dal tunnel dei propri limiti e regalare una domenica di “gioia”, allo stato puro, ai propri supporters. Gli episodi hanno contraddistinto il normale deflusso del match. Vedi il gol fantasma di Brocchi, l’autorete di Aronica per il momentaneo 2-3 laziale. Il destino ha tolto quello che la fortuna aveva regalato! Il calcio di rigore, con la conseguente esplusione di Biava (forse un po’ esagerata) che ha eroso il castello difensivo del 4-1-4-1 costruito dal pragmatico Reja. Sono state le “distrazioni difensive”,sia dall’una che dall’altra, in quasi tutte le occasioni da rete, a farle da padrone. Il bellissimo inserimento di Mauri è scaturito anche da una pessima marcatura della difesa azzurra, anche se dobbiamo rendere plauso al preciso tocco del nazionale di Prandelli che con un delicato sinistro fa scivolare la palla in rete. L’azione seguente che ha visto di nuovo protagonista Mauri, azione fotocopia del gol, con il dai e vai con Brocchi, era stato il presagio di una disfatta azzurra. L’esperienza dei tre balivi difensivi ha giocato brutti scherzi. Ma anche la difesa laziale ha smarrito la sua concentrazione, perche il devastante due a due è nato da due palle inattive, dove Dossena prima e Cavani poi hanno sfruttato quegli stessi buchi difensivi che lo stesso Napoli aveva concesso, poco prima, a Dias nel glaciale 0-2.
Sul 2-2 la partita ha cambiato volto, sono saltati tutti gli schemi: il cuore, il coraggio e la caparbietà hanno devastato i tatticismi scolastici dei due tecnici. Napoli-Lazio si è svestita dalle normali dinamiche di una partita di calcio per reinventarsi in una storia a lieto fine, dove uno dei protagonisti, manco a farlo apposta, è stato Edison “santo subito” Cavani, che si regala il quarto hattrick del campionato con superdedica al suo pargolo. Anche il gregario Lucarelli si ritaglia il suo momento di gloria. E’ proprio il livornese, sfruttando l’altezza dei suoi centimetri, a rendere funzionale il rilancio di De Sanctis, lanciando in posizione regolare El Matador, che un preciso lob (lo stesso colpo messo a segno contro il Cagliari) ha suggellato questo indimenticabile “4-3”. Adesso non prestiamo cura al tormentone “champion’s o scudetto”, il Napoli è secondo, è questo ciò che conta!
Alessandro D’Auria