Con il suo quoziente intellettivo di 150, era predestinato ad essere un ricercatore brillante, i suoi genitori lo avrebbero voluto magistrato, ma lui invece ha scelto lo sport e l’educazione fisica, sua grande passione fin da bambino. Guidato da uno dei suoi insegnanti ha deciso di iscriversi a un club di calcio proprio nella Korea University e di intraprendere la carriera da professionista. Nel 2002, quando aveva 17 anni, seguì da vicino il Mondiale in casa in cui la Corea del Sud arrivò quarta, e in quel momento ha capito capì definitivamente che nella vita avrebbe voluto fare il calciatore: “non avrei mai pensato che in breve tempo sarei stato io a far sognare i tifosi”. Una settimana dopo aver segnato ben 9 reti in una sola partita a livello di club, il 3 giugno 2005 all’età di 19 anni risponde alla sua prima chiamata in nazionale maggiore, segnando tra l’altro al debutto (Uzbekistan-Corea del Sud 1-1, ndr) match decisivo per la qualificazione per la Coppa del Mondo 2006.
Dopo 84 presenze e 32 reti con Fc Seul, nell’agosto del 2008 firma un quadriennale con l’AS Monaco. Il suo approdo a Montecarlo è la svolta della sua carriera, perché “è stata la mia fortuna – dice Park ad un intervista – non mi conosceva nessuno”. Oltre ad essere un eccezione tiratore, le straordinarie doti da centometrista dell’attaccante coreano gli consentono una rapidità di gioco impressionante. Le sue abilità di passaggio completano la sua visione di gioco in mezzo al campo.
Proprio contro il Lille, al 13’ pt, con la sua rete 25 in 92 presenze con l’ASM, possiamo ammirare a pieno le sue qualità. Il sudcoreano si inserisce furbescamente su un impreciso disimpegno difensivo verso il portiere. Con sua velocità di passo elude con facilità l’uscita del portiere, il “caschetto coreano” si allarga sulla sinistra e trova il preciso passante accanto al primo palo, depositando così la palla dell’1-0 finale.
Articolo modificato 15 Apr 2011 - 17:06