Domenica a Novara Emanuele Calaiò, l’ex arciere azzurro, con due sigilli ha centrato quota 100 reti tra i professionisti. L’attaccante palermitano è uno degli eroi recenti della storia del Napoli, nel suo momento più difficile, quando gli azzurri erano avvolti nelle fiamme dell’inferno della terza serie. Calaiò è uno dei protagonisti indiscussi che ha riportato il “ciuccio” a scalciare nei campi verdi della Serie A. Il suo primo acuto è datato 6 gennaio 2000 (a pochi giorni dal suo diciottesimo compleanno) con la maglia granata del Toro ad una manciata di minuti dal suo debutto in massima serie. La sua miglior stagione, dal punto di vista delle marcature, è stata a Pescara nel 2004 toccando quota 21 timbri in cadetteria. Nel 2005 Emanuele accetta senza batter ciglio la sfida del nuovo Napoli di De Laurentiis. Se oggi si è arrivati così in alto lo dobbiamo anche alle tante frecce, 40 per la precisione, scagliate dal buon Calaiò nei campi di tutt’Italia.
Oggi è un idolo della città del Palio, uno dei punti fermi dei bianconeri guidati da Antonio Conte. Il suo Siena ha un piede e mezzo in serie A, si attende solo la regola aurea dell’ultimo punto da conquistare per festeggiare il ritorno nel calcio che conta. Le qualità e la caratteristiche da terminale offensive sono ben note del ventinovenne attaccante, a Napoli ha lasciato un bellissimo ricordo. Peccato che non ha trovato lo spazio che meritava e la fiducia per continuare la sua avventura napoletana. Crediamo spesso che comprare giovani stranieri sfruttando il loro entusiasmo sia la scelta giusta in termini di prospettiva. Oggi però possiamo rimpiangere la cessione a titolo definitivo di Calaiò.
Il Siena ha visto bene riscattando la comproprietà per una cifra poco superiore al milione di euro. Non possiamo nascondere un velo di rammarico perché la maturità e l’esperienza di Calaiò, in un reparto offensivo eccezionale ma non completo come quello di Napoli di Mazzarri, avrebbe garantito un margine di maggiore garanzia in vista della prossima grande sfida “europea” azzurra. Se la cessione dello scorso anno fosse stata un idea troppo avventata? Emanuale Calaiò, rispetto ai cannonieri quest’anno saliti dalla B come Eder e Pinillia, ha tutte le caratteristiche per un campionato di serie A a doppia cifra. Perchè Bigon al posto dello stagionato Lucarelli o di altri nomi pescati in giro nel mondo, non traccia un operazione di mercato per un eventuale ritorno dell’arciere sotto l’ombra del Vesuvio? Questa ipotesi è da fantacalcio…
Alessandro D’Auria