Un urlo lungo 21 anni, emozioni che non si possono descrivere con le parole: Napoli è tornata nell’elite del calcio. Dagli spalti fino al manto erboso un enorme sorriso ha coinvolto i partecipanti a questa serata che già dopo pochi minuti è entrata una tappa della storia del Napoli del futuro. L’azzurro dei colori dei sessantamila ha ridipinto l’oscurità del cielo sul San Paolo, un cielo disegnato da tante stelle, proprio come quelle che vedremo in Champions League.
Questa è la gioia di una città da sempre alla ricerca del riscatto dai suoi problemi; è il successo di una società che in sette anni con scelte oculate ha dimostrato che le grandi cose possono essere fatte a prescindere dal luogo in cui ci si trova ad operare; è il trionfo di un gruppo di uomini, i calciatori azzurri, che domenica dopo domenica hanno saputo soffrire e reagire nei tanti momenti di difficoltà; è la vittoria per un allenatore che ha saputo suscitare entusiasmo dopo l’addio del giocatore più forte di tutti tempi: Napoli è in Champions senza l’ansia dei preliminari, ora lo si po’ scrivere a caratteri cubitali, senza “se” e senza “ma”.
La cronaca della partita passa in secondo piano, perché è tempo di festeggiare per le strade: è questo lo scudetto del Napoli! Un plauso va al colombiano “tuttofare”, Camillo Zuniga, che sullo scadere del primo tempo si fa trovare al posto giusto nel momento giusto. L’Inter con Eto ò (autore dell’1-0), Maicon e Milito, ci ha provato a rovinare la festa del popolo del San Paolo, ma la “ragion pratica” ha prevalso nella seconda metà del secondo tempo. I secondi 45’ sono stati i più brutti ma i più dolci minuti di gioco di tutto l’arco del campionato. La sfida tra i due allenatori più fashion del campionato termina in parità. Per una serata accantoniamo le noie del presente e godiamoci i sogni del futuro: “Die Meister, Die Besten, Les Grandes Equipes, The Champions”.
Alessandro D’Auria