La sensazione forte che emerge a leggere i fatti in sè e per sè è che nella vicenda del calcioscommesse a Cremona ci siano più millantatori che corruttori e che forse a conti fatti il circoletto di Bolognesi, dentisti e tabacchini, più ci ha rimesso che guadagnato vista l’asprezza delle ripetute telefonate e minacce ai vari giocatori per le combine saltate e per recuperare il denaro versato. Altra faccenda sono le ingerenze della criminalità organizzata nell’ambito delle scommesse (indagine di Napoli), dove per ora gli unici arresti sono fermi a mesi fa (calciatori Biancone e Spadavecchia) e dove il giro d’affari della camorra è stato individuato nella gestione di numerose agenzie di scommesse (tanti soldi che girano, quale miglior forma di riciclaggio?).
E questi sono i fatti. I Monopoli di Stato hanno inoltre ieri comunicato anche quali sono state le gare con volumi anomali di giocate e anche qui sulla serie A c’è poco da dire. Che la serie B e la Lega Pro siano più vulnerabili mi pare ovvio, considerata la grave crisi finanziaria che attanaglia tantissimi club, e per questo sarebbe forse utile portare a compimento la riforma dei campionati, ridimensionando il numero di squadre e le relative problematiche.
Tornando alla vicenda del calcioscommesse, attendiamo di avere in mano notizie più certe per poter esprimere giudizi di merito, tuttavia l’impressione del sottoscritto è che ci sia molto fumo e poco arrosto, al contrario di quanto stanno cercando di pompare le testate giornalistiche sparando titoli a go-go con questo o quel giocatore e squadra, molto spesso smentite a stretto giro di posta dagli organi di giustizia. Ma alla fine chi urla di più ha notizie più vere?
Andrea Iovene