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A sentir nominare Inler e Dzemaili vanno tutti in fibrillazione. Ma non sono loro i precursori della sempre più crescente  influenza svizzera, perchè  il Napoli, in passato, ha già avuto un illustre rappresentate del paese dei quattro Cantoni: David Sesa.

Era l’estate del 2000, dopo 2 stagioni di purgatorio in Serie B il Napoli riuscì a riconquistare la massima serie guidato dal vulcanico Walter Novellino. La società azzurra era attesa al varco per un rilancio in grande stile; le redini presidenziali furono impugnate da Giorgio Corbelli, un facoltoso imprenditore bresciano che stava al calcio come un eschimese nel deserto. La prima “grande” mossa fu scegliere come nuovo allenatore Zdenek Zeman. Le direttive del boemo furono completamente ignorate, e i rinforzi che giunsero a Napoli erano dei “pacchi” regalo di Moggi & Co. Ma Corbelli voleva stupire regalando alla piazza partenopea un grande colpo, il giocatore che avrebbe fatto la differenza. La scelta ricadde su David Sesa, attaccante mancino svizzero che aveva disputato due buoni campionati nelle fila del Lecce.

Battendo la concorrenza di grandi club, tra cui la Juventus, Corbelli sborsò la bellezza di 18 miliardi di lire (due in più di quando Maradona fu prelevato dal Barcellona). Anche in questo caso si andò contro le richieste di Zeman – Baggio, Zola – e il CT si trovò tra le mani una squadra non sua, falcidiata dagli infortuni, e con la ciliegina sulla torta rappresentata dal “cecchino elvetico delle punizioni”. Il ritorno in Serie B l’anno successivo fu inevitabile.

Ebbene, in quattro stagioni al Napoli Sesa segnò la miseria di soli 4 gol. Se c’è un emblema di quello sciagurato periodo diviso tra retrocessioni e fallimenti la scelta ricade inevitabilmente su di lui. Con una carriera a dir poco stroncata, al povero Sesa non restò che tornare in patria per cercare di ritrovare il suo tanto decantato estro. Nel 2004 fu ingaggiato dall’Aarau, e in un anno collezionò appena 3 presenze. Ma lo strazio non era ancora finito, e dal 2005 al 2010 Sesa si destreggiò nella nostra Serie D tra Palazzolo, Spal e Rovigo riscoprendo, a piccole dosi, il sapore del successo.

In una recente intervista “Doudou” ha dichiarato di essere diventato allenatore dopo aver superato a pieni voti un Master a Coverciano. Se in un futuro prossimo la sua strada e quella del Napoli dovessero incrorciarsi di nuovo, i tifosi azzurri sperano di farlo solo in una circostanza: da avversari!

Giorgio Longobardi

Articolo modificato 15 Lug 2011 - 00:08

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Scritto da
redazione