In parallelo con la ben più nota e sponsorizzata Coppa America, in Germania si è svolto il Campionato del mondo di calcio femminile. Probabilmente questa edizione segnerà una svolta decisiva per tutto il movimento poichè a raggiungere la vittoria finale è stata la sorprendente nazionale del Giappone, ribaltando così i pronostici che vedevano favorite Svezia, USA, Francia e Germania.
Ma ciò che ha colpito chiunque è stato il contorno. La manifestazione ha registrato picchi incredibili sul fronte delle presenze e dell’attenzione dei media, suscitando grande interesse anche nei cultori del calcio e negli addetti ai lavori più scettici. Con le prestazioni di giocatrici affermate come Solo, Mills, Kulig, Oqvist e Marta le partite hanno assunto un livello tecnico-tattico impensabile fino a qualche anno fa. In tutto il mondo c’è un boom di tesserate da far impallidire, giustamente, qualsiasi pregiudizio o luogo comune. Ecco la classifica:
- USA 18 milioni
- Germania 1,2 milioni
- Canada 350 mila
- Australia 300 mila
- Inghilterra 275 mila
- Francia 150 mila
- Italia 14 mila
- Brasile 10 mila
Il calcio rosa si è affermato diventando soprattutto business. In diverse parti del globo è pura consuetudine vedere pubblicità o campagne sociali che hanno come testimonial importanti calciatrici. Anche in questa nuova frontiera sportiva l’Italia resta al palo: campionati anonimi e atlete ridotte al minimo indispensabile. Le speranze di vedere un incremento sono poche a causa della penuria di incentivi economici per strutture e scuole calcio. Le potenzialità di questo connubio incentrato tra bellezza e bravura sono enormi, e correre il rischio di accorgersene troppo tardi darebbe un’ulteriore mazzata ad un calcio nostrano sempre più alla deriva.
Giorgio Longobardi