Napoli e Argentina: due mete lontane geograficamente ma vicinissime quando si parla di calcio. La città partenopea è come una seconda casa per i sudamericani perchè ci sono il calore, la buona cucina, la musica e quel pizzico di romanticismo tipico dei paesi del Sud che riescono a cancellare la nostalgia del proprio luogo di origine. Tutto ciò, poi, si traduce in un rendimento atletico costante, e in alcuni casi addirittura raddoppiato.
De Laurentiis, marpione e navigato, sembra aver capito subito questa filosofia e si sta muovendo per creare un Napoli targato “Terra del Fuoco”. Il presidente odia il materialismo dirompente che sta disintegrando il mondo del pallone e cerca di rimediare e di “rivoluzionare” facendo affidamento ai buoni propositi, all’attaccamento alla maglia e soprattutto alla città di Napoli. In breve parole un invito a nozze per qualsiasi sudamericano che vive sognando il mito di Maradona.
Dal 2004 ad oggi ci sono stati argentini che hanno lasciato e stanno lasciando il segno come Lavezzi, Campagnaro e Roberto Carlos Sosa; altri che sono stati a Napoli solo di passaggio come Jose Ernesto Sosa, Navarro e Denis; altri ancora che sono appena arrivati con l’intenzione di entrare nel cuore dei tifosi come Fernandez e Santana. La storia e la tradizione di questo bellissimo legame invisibile continuano, e se prossimamente dovessero giungere nel club azzurro anche Leonel Vangioni e Cristian Chavez sarebbe suggestivo e ampiamente praticabile concepire per il prossimo anno una seconda maglia modello “Albiceleste”.
Giorgio Longobardi
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