A poche ore dalla passerella di lusso contro il Barcellona, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha indetto una conferenza stampa presso l’Hotel Arts situato nella città catalana. Visibile l’entusiasmo del patron azzurro dinanzi ad una realtà che appare come una cattedrale nel deserto:
“Oggi si incontrano due squadre con dei tifosi stupendi. Il Napoli ha un seguito caloroso, mentre il Barcellona solo su Facebook ha più di 14 milioni di sostenitori. La società catalana trasmette emozioni incredibili, l’ho notato anche nella partita contro il Real. Amo Guardiola e la sua serenità d’animo. Per noi è bello essere qui, sarà un banco di prova per testare anche i nuovi acquisti e vedere il grado di personalità raggiunto dal gruppo. E’ una rifinitura di lusso in vista della prima giornata contro il Genoa.“
Ancora complimenti al Barcellona e alla sua “way of life”:
“Ringrazio la società catalana per averci invitato. Quattro anni fa risorgevamo dalle ceneri del fallimento, e ora siamo qui ad affrontare la squadra più forte del mondo e soprattutto per studiarne la filosofia a livello calcistico e industriale. Il nostro modello per la scugnizzeria segue proprio quello del Barcellona. All’inizio ci siamo occupati esclusivamente della prima squadra, poi con il supporto di Mazzarri abbiamo deciso di valorizzare la Primavera. A Sormani tocca un compito estremamente arduo perchè in questo territorio ci si aspetta che 2+2 faccia 7 e non 4. Il nostro intento è dare una svolta al settore giovanile. Investiremo dove nessuno vuole farlo, anche per l’immagine internazionale“.
Il mercato, il campionato e l’urna terribile del sorteggio Champions:
“Gilardino non può diventare un giocatore azzurro. Il mercato è chiuso, ci muoviamo solo in prospettiva futura come con l’operazione Chavez che arriverà presto. Se dovremo fare degli accorgimenti c’è sempre la finestra di gennaio. Per il prossimo campionato puntiamo alla crescita e alla competizione ai massimi livelli. Inoltre è un onore giocare la Champions, anche se purtroppo partire dalla quarta fascia ci porterà ad affrontare tre squadre molto forti. Ma nessun problema, scontri simili ci faranno capire a che livello siamo e in cosa dobbiamo migliorare”.
I problemi del calcio nostrano e le strade da seguire per il football della “new generation”:
“Io non capisco dove vuole arrivare il calcio. Anche in Spagna sciopereranno perchè non riescono a sostenere più certe spese. Quattro anni fa introducemmo per la partita contro il Panionios il metodo pay per view: guadagnammo un milione di euro contro i 5mila che ci offrivano le televisioni, tra cui quella di Berlusconi. Pensiamo solo a giocare, non ci fermiamo mai a discutere e parlare di queste continue contraddizioni. Sono due anni che chiedo a Platini un gioco differente cancellando le competizioni attuali e creando un unico grande torneo europeo dove parteciperebbero solo le prime classificate di ogni campionato locale. I guadagni sarebbero dieci volte superiori. E poi le regole devono valere per tutti, in particolar modo per il fair play finanziario. Non è possibile che arrivi lo sceicco di turno e faccia Banco. In Italia nessuno mi segue? Meglio, che ognuno pensi agli affari propri. Si discute ancora dello scudetto del 2006 senza pensare a cosa fare per il futuro. Abete dovrebbe farsi da parte. Perchè non si mette mano alle legge 81 del ’91? Si continua a ignorare che i club sono diventati delle Spa. Serve uno scatto di maturità e di crescita dell’impresa. La Lega deve essere la nostra casa, non un luogo dove escogitare combine. Sono contro l’ignoranza, è assurdo che non si faccia fronte alla crisi che stiamo attraversando. Ma ad Abete interessa solo che il campionato parta, così che non sia tirato in ballo. In questo mondo ognuno pensa a salvare il suo posto e basta. Il bene dei tifosi va sempre in secondo piano“.
Giorgio Longobardi