Eccoci qui. Dove c’eravamo lasciati?! Ah!si! Aspettiamo Joe per andare all’Old Trafford. Appuntamento alle 11:15 a casa di Toni, numero 12. Joe si fa attendere. Strano. Sentiamo il campanello, ma è il postino che lascia un pacco in garage. Joe si fa ancora attendere. Molto strano. Leggiamo che il Napoli arriva alla mezza all’aeroporto di Manchester. Sarebbe bello poterci andare. Filmare l’arrivo. Vivere e raccontarvi l’emozione di accogliere gli azzurri, i nostri azzurri. Ma siamo chiusi in casa e attendiamo l’arrivo di Joe. Troppo strano. Fuori comincia a piovere, poi esce il sole. E di Joe neanche l’ombra. Ci rassegniamo ad una mattinata persa in casa, anche se divertendoci lo stesso, e ad una visita al tempio del Man United rimandata e ci organizziamo per il pranzo in paese. Steak House. Carne cotta su pietra rovente e contorni vari. Birra, of course. Non prima di un giro per vedere il canale e attrazioni del luogo. Un luogo lontano anni luce da tutto ciò che nella nostra città ci porta allo stress: traffico, aria inquinata, mancanza di parcheggio, rifiuti in strada, palazzoni alti e grigi, urla da mercato quando il mercato non c’è. Ce lo godiamo finché possiamo, sapendo che in fondo in fondo la nostra Napoli ci rapirà di nuovo presto e basterà come sempre un solo sguardo malizioso e sincero per tenerci tra le sua braccia.
Intanto i discorsi cominciano a prendere un senso unico. Si parla dell’evento che ci ha portato fin qui. Durante il pranzo Toni entra con la notizia del secolo: Zuniga al posto di Dossena e Gargano a centrocampo. C’è chi non è d’accordo con l’utilizzo di Gargano e chi, come me, crede che uno che spezzi il gioco ci vuole. Poi ci ripenso, forse ci vuole uno che insieme al gioco spezzi anche le gambe ad Aguero e ad altri tre o quattro! Poi su un tabloid locale leggiamo che Maradona tiferà Man City. Secondo me non gliel’hanno neanche chiesto. A loro fa piacere pensarlo. E noi glielo lasciamo pensare. Da una parte la famiglia, dall’altra il cuore. Lo sappiamo e noi non vogliamo sapere per chi tiferà. E come chiedere ad un bimbetto: “A chi vuoi più bene? A mamma o a papà?”. Non sono cose che si chiedono. E soprattutto non sono risposte che si vogliono sapere!
Il pomeriggio lo passiamo in quello che ormai è diventato il nostro pub ideale. C’è buona musica, c’è buona birra, c’è gente strana e simpatica. Ma soprattutto c’è…Joe! Appena ci vede si agita con un cellulare in mano. Dice di aver aspettato fuori il 20 per mezz’ora. Anche noi abbiamo aspettato lui per parecchio tempo. Al 12! Insomma, un misunderstanding grosso come una casa. Precisamente come la casa di Toni. Come la casa del 12 e non del 20. Ci scusiamo a vicenda e lui per evitare qualsiasi equivoco dice a Toni di averlo chiamato più volte sul cellulare per sapere che fine avessimo fatto. Peccato che ha il numero sbagliato. Il destino non ci ha voluto portare a Manchester prima della partita. Ci affidiamo a lui e ad un paio di brindisi per eliminare qualsiasi traccia del misunderstanding!
Prima di andare via, un tipo ci grida “Go Man City!!”. Si è guadagnato una sciarpa del Napoli al collo. I gemellaggi sono facili da queste parti. Almeno, nei pub è così! Andiamo via, direzione casa. Stasera ci aspettano fish and chips in una stanza e Barcellona-Milan nell’altra.
In una stanza ci siamo deliziati, nell’altra intossicati all’ultimo minuto. Ma un Maurizio versione seccia sul trespolo con tanto di occhiali scuri ha cercato di dimezzare i rossoneri in vista del match di domenica sera. Ibra si è arreso prima ancora di giocare. Ci riesce con Boateng nel primo tempo prima d’indossare l’occhiale scuro, poi sfiora il bis in un paio di occasioni, ma fallisce miseramente. Siamo giustamente puniti da Thiago Silva.
Il telecronista dice che il Barcellona non è una squadra migliorabile. C’è chi non è d’accordo e suggerisce di prendersi Ar
onica per migliorare. Che Totò domani ci faccia ricredere di codeste parole!
Archiviate le prime partite di Champion’s, ci rendiamo conto che domani tocca a noi. Sale l’ansia. C’è chi vorrebbe andare già lì adesso. C’è chi ha paura di girare prima della partita per la città perché, parole di un cittadino di Stone, “quelli del Man City so’ fetenti!”. Testuali parole. Decidiamo domani mattina. Di sicuro sappiamo che domani scriveremo una pagina storica. Manchiamo da troppo tempo da questi scenari e al di là del risultato vogliamo esserci. Vogliamo tornare senza voce. Vogliamo che ci scoppi il cuore di gioia. Vogliamo che anche il giocatore più forte del mondo di tutti i tempi si emozioni con gli azzurri. Tanto lo sappiamo che, in fondo in fondo, anche Diego tifa per noi!!
Articolo modificato 14 Set 2011 - 01:43