La domanda più gettonata, in queste prime giornate di calcio vero targate Napoli, è la seguente: ma come fa? Come fa Walter Gargano a reggere certi ritmi? Impressionante macinatore di chilometri; immarcescibile generoso; incredibilmente lucido a cento all’ora. Recupera, pressa, scatta. E, appena può, si concede anche il lusso di spaccare in due l’avversario con galoppate micidiali di una cinquantina di metri. Tipo quella conclusa con l’assist dell’1-1 offerto a Cavani con il Milan. E pensare che le teorie estive lo davano incerto: beh, dal 14 settembre di Manchester al martedì con il Villarreal, Gargano ha messo in fila 5 presenze e 450 minuti. Ha saltato soltanto la prima a Cesena, per squalifica, e poi non è uscito mai. Neanche sostituito. L’unico cruccio? Quattro anni senza gol.
PERFETTO –Lui, nel frattempo, continua a correre. E a seminare prestazioni da palma d’oro: è accaduto in Inghilterra e poi al San Paolo; con il Milan, gli spagnoli, il Chievo e la Fiorentina. Campionato o Champions non fa differenza. Gargano è pazzesco, fondamentale: è questa la pura verità raccontata dal campo. E anche il difetto atavico, contestatogli con regolarità sin da quando ha messo piede sul suolo napoletano, è svanito nel nulla: gli errori di palleggio. I passaggi sbagliati, in movimento e sui calci piazzati. In questo avvio di stagione, senza temeresmentite, si può affermare che il centrocampista di Paysandù stia rasentando la perfezione.
IL GOL –Cosa manca? Beh, a essere pignoli solo la parola. Cioè, il verbo del calcio: il gol. Una piccolezza, se vogliamo, in questo Napoli. Ma vuoi mettere la soddisfazione personale? L’ultima volta risale addirittura al 27 ottobre 2007, quattro anni tondi tondi proprio martedì: Napoli- Juventus 3- 1, Walter segnò l’ 1- 1 all’inizio del secondo tempo. Poi, nada mas. Nulla più.
FONDAMENTALE –Poco male, comunque. Perché il suo compito, quello di cui il Napoli non può proprio fare a meno, è svolto in maniera egregia: raddoppia su chiunque gli capiti a tiro; pressa allo stesso modo; svaria tra il centrocampo, la difesa e anche l’attacco con una generosità senza eguali. È un atleta eccelso, lui. E Mazzarri se lo tiene stretto.