Il destino si diverte tessendo trame inaspettate, e si identifica nei simboli e nelle figure più disparati. Questa volta è toccato a un ciuffo sbarazzino velocissimo che frena solo quando vede la rete bianca di una porta da calcio. In quattro anni la sua traiettoria azzurra non è mai mutata, e alla ripetizione numero cinquanta ha travolto il muro nerazzurro della Milano “da bere” investendo tutti i suoi effettivi. Un dolore incredibile, condiviso con i già martoriati cugini rossoneri. E quanto pesano i rimpianti per non aver portato nella propria schiera un ciclone che solo poche stagioni fa si trovava a un tiro di schioppo dall’orticello di casa!
Marek Hamsik, professione centrocampista goleador. Il prototipo, e anche di più, del calciatore moderno pronto a impostare e finalizzare. Appena 24 anni e sul suo curriculum lo score urla che è un piacere: 50 reti tutte con il Napoli (43 in campionato, 2 in Coppa Italia e 5 in Europa). Freddo, lucido, e una spaventosa mentalità da leader. Inoltre, il suo essere determinate a prescindere dalla prestazione è diventato un marchio di fabbrica che mette ancora di più in risalto l’estro del fuoriclasse slovacco casa e pallone. Gerrard, Lampard, e ora Hamsik. Bisogna abituarsi alle nuove tendenze.
Questo traguardo personale è un altro punto di partenza per bruciare nuove tappe. Hamsik non si pone limiti, ha fede nelle proprie capacità e in quelle del gruppo Napoli affinchè si possano raggiungere vette da sogno. Lui è uno degli artefici della crescita impetuosa del club, e sa che determinati obiettivi si potranno ottenere solo predicando calma. La concentrazione giusta, che però non placherà l’impeto di questo ciuffo ribelle.
Giorgio Longobardi
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