C’è un motivo per cui anche il ct Prandelli s’è invaghito di Christian Maggio, la ” freccia azzurra” del Napoli sulla corsia di destra: la sua estrema educazione nei comportamenti dentro e fuori del campo nonchè la disponibilità nel mettersi al servizio degli allenatori e dei compagni di squadra. Maggio sembra un piccolo lord: composto e misurato in ogni suo atteggiamento. Se a questo si aggiungono le capacità di corsa e l’abilità nell’interpretare le due fasi di gioco, allora s’intuisce perchè tutti gli allenatori stravedono per lui. Stravide anche De Laurentiis quando lo vide in azione in un Sampdoria-Napoli, e suggerì a Marino di prenderlo a tutti i costi. Oggi Maggio è uno degli esterni destri più completi nel panorama calcistico europeo, ha sbalordito i tifosi del Manchester City con quella sua sgroppata di trenta metri che poi ha propiziato il gol di Cavani; ha lasciato sul posto Nagatomo dell’Inter e soffiato il tempo a Julio Cesar nel raddoppio di sabato sera.
LUI NON SI STUPISCE – Eppure il vicentino sapeva che questa sarebbe stata la stagione della consacrazione. Durante il ritiro estivo in Trentino affermò senza mezzi termini: « Non vedo l’ora che inizi la Champions. Sarà una avventura affascinante per tutti noi e non è detto che faremo da cenerentola in quel girone. L’esperienza in Europa League ci è stata utile. E con gli arrivi di Inler e Dzemaili, due nazionali svizzeri, di Fernandez che ha partecipato alla Libertadores, ci siamo ulteriormente rafforzati in ambito internazionale ».
Maggio già immaginava cosa sarebbe successo in Champions League, una competizione del tutto nuova per lui. Protagonista a Manchester, ma in tribuna con il Villarreal a causa di un affaticamento muscolare accusato con il Chievo Verona. Ma in estate il tornante tanto caro a Mazzarri pensava anche al campionato: «Lo scudetto? E’ giusto che i tifosi sognino, ci sono altre formazioni meglio attrezzate di noi ma una cosa è sicura: ci batteremo fino all’ultimo e proveremo a dare filo da torcere a chiunque. Lo scorso campionato non siamo arrivati secondi per caso. E aver confermato l’ossatura della squadra, specie quei tre davanti, è stato un grande colpo. Ci faremo valere, vedrete ».
DETTO E FATTO –E così sta accadendo. Lui è sicuramente tra i più in forma dei suoi. Servito in profondità, va a nozze. Lanciato in verticale, riesce a scattare a velocità supersonica. E questo, grazie alla sua grande professionalità.« Durante le vacanze ho fatto tanto sport per tenermi in attività: tennis, nuoto, calcetto.Volevo presentarmi in ritiro già a posto», rivelò. Domenica era felice per il gol ma se n’è guardato bene dal chiamare i fratelli ( Paolo, Maurizio e Denis). In casa, infatti, sono tutti di fede interista. E lo era anche lui da ragazzo. Ma quando Mascara l’ha lanciato a rete, ha pensato che quello era il momento di mettere il sigillo a una vittoria storica beffando la sua Inter.
ESEMPIO DI TENACIA– Maggio rappresenta per molti suoi colleghi, ma anche per tanti giovani che si avvicinano al calcio, un esempio di tenacia e abnegazione. Nel momento migliore della carriera, per una pubalgia mal curata finì per due settimane su una sedia a rotelle tanto che avrebbe voluto persino smettere. Poi si riprese ma Firenze subì la rottura di un primo menisco. Dopo la riabilitazione venne dirottato in prestito al Treviso, quindi alla Samp prima in comproprietà, poi definitivo. Altro infortunio, questa volta a Napoli, rottura del menisco al ginocchio destro. Operato nell’aprile del 2010, Maggio ha sbalordito tutti con una guarigione lampo ed un rendimento straordinario.«Perché con la volontà e l’umiltà si ottiene tutto e si arriva ovunque», ripete spesso l’esterno che tutti invidiano al Napoli.
Fonte: Corriere dello Sport