Raffaele Auriemma (Mediaset), Carlo Alvino (Sky) e Carmine Martino (radio Marte). Se non siete tifosi del Napoli quasi sicuramente questi nomi non vi diranno nulla. Se invece la vostra seconda pelle è azzurra, allora sapete di chi e cosa parliamo. I ‘fantastici tre’ sono i compagni di viaggio, via etere, di tutti i ‘malati’ del Napoli. Telecronisti (e radiocronisti) ma soprattutto tifosi. Del Napoli. Veri e propri idoli a cui si chiede l’autografo, proprio come si fa con i calciatori. Le loro ‘imprese’ vocali impazzano sul web, cliccatissime su youtube, postate su facebook.
Raffaele Auriemma è quello dei soprannomi. Ogni giocatore ha il suo. Non si scappa. Cannavaro è ‘Dandy’, Maggio che fa su e giù sulla fascia si trasforma in ‘Superbike’, Hamsik ‘Oro colato’, Cavani è semplicemente il ‘Matador’, De Sanctis ‘Il pirata Morgan’. Quando il Napoli segna, con Auriemma ‘si gonfia la rete’ e si può salire tutti ”sulla giostra azzurra” perché tanto ”è gratis”. Se Lavezzi fa una finta ”è da ritiro della patente”, se parte palla al piede Auriemma lo accompagna al grido ”Adelante Pocho, adelante Pocho”. E se l’argentino inventa una magia allora è il caso di esagerare e di presentarsi all’anagrafe: ”ti vogliamo nello stato di famiglia”. Telecronache di parte (e sennò dove sarebbe
lo sfizio) dove l’imparzialità non sempre la fa da padrone, dove si accede ma sempre provando a restare nei limiti. Alcuni di questi racconti sono diventati un pezzetto della storia recente del Napoli. Due stagioni fa, quando gli azzurri vinsero 3-2 a Torino contro la Juve, il telecronista tifoso Auriemma si lasciò scappare una frase che è poi diventata il titolo di un libro: ”Seppelliteci qui, vogliamo morire qui”. E la conquista della Champions League, qualche mese fa, è stata salutata da un ”rinnovate i passaporti, si torna in Europa”.
Da Auriemma a Carlo Alvino cambia la forma ma la sostanza resta immutata. Sfottò e iperboli fanno da contorno alle partite del Napoli trasmesse da Sky, la pay tv che lo scorso anno, cavalcando il fenomeno, ha deciso di far partire un esperimento pilota solo per le partite degli azzurri. Raccontate dalla voce di Carlo Alvino, giornalista (tifoso) che già prima dell’arrivo a Sky imperversava coi suoi siparietti su una tv privata napoletana. Il buon Carlo non va di soprannomi (a qualcuno non lo risparmia, vedi Toro-Campagnaro) ma quando segna il Napoli si scatena alla stessa maniera del suo collega del digitale. E allora sotto con le ”sfogliatelle” da regalare alla Juve e le ”polpette” da far mangiare al Milan. Ma il pezzo da novanta riguarda Cavani. Ogni gol dell’attaccante uruguaiano è accompagnato da quello che è diventato un vero e proprio slogan: ”Ieri, oggi e domani, segna sempre Matador Cavani”.
Se la tv resta spenta (oppure accesa ma senza audio, a molti piace fare così) arriva in soccorso la radio. Il radiocronista ufficiale delle partite del Napoli (per la quinta stagione consecutiva) è Carmine Martino, voce di radio Marte, accompagnato nei suoi racconti da Gianluca Gifuni. Cambia il mezzo, non la passione. Il tono è più pacato (suoni ed effetti particolari sono legati ad alcuni momenti del match come la lettura delle formazioni e il ricordo del risultato), che cresce però quando il Napoli attacca e diventa irrefrenabile ad ogni marcatura azzurra. Marchio di fabbrica la parola ‘gol’ ripetuta oltre trenta volte senza fermarsi mai, accompagnata in sottofondo dai falsetti di Gifuni, diventati ben presto un cult.
Nicola Apicella
Fonte: Repubblica.it