L’ha confessato anche Mazzarri la settimana scorsa: “Per compiere il definitivo salto di qualità, il Napoli dovrà giocare sempre con la stessa attenzione che usa con le grandi; acquistare il dovuto cinismo; fare punti anche con le cosiddette provinciali. E’ lì che dobbiamo crescere ancora” .
Evidentemente si aspetta risposte che lo scorso campionato non ebbe modo di ricevere. Risposte che per la verità neanche quest’anno sono arrivate, anche se con il Chievo Verona era sceso in campo un altro Napoli. Mazzarri, ad ogni modo, guarda alla ripresa del campionato con molto interesse. Sabato sera c’è il Parma. Un avversario sulla carta abbordabile, senza grandi pretese e con la testa sgombra di responsabilità. Tra l’altro arriva prima della super-sfida con il Bayern.
Ed è lì che bisogna imporre la classe dei più forti. Forte il rischio di pensare ai tedeschi, sottovalutando così l’impegno con gli emiliani. Reale il pericolo di un calo di tensione. Ed è qui che Mazzarri vuole verificare il punto di crescita del gruppo sotto l’aspetto della personalità. Finora il Napoli ha dimostrato di sapere tirare fuori il meglio di se con le grandi. Superati nettamente Milan ed Inter. Fatto tremare il Manchester City. Piegato il Villarreal. E’ giunto il momento di mostrare gli occhi da tigre anche al Parma, una provinciale che ha poco da perdere. Anche perchè, in campionato dopo gli emiliani ci saranno gli appuntamenti di Cagliari e Catania. Se il Napoli davvero vuole puntare in alto, deve comportarsi da grande in queste partite dove mancano le forti motivazioni.
I PRECEDENTI- Prima di insegnare diagonali e sovrapposizioni, Mazzarri quando piombò a Napoli ( ottobre del 2009) si preoccupò di dare un’identità alla squadra. Aveva realizzato che era fragile caratterialmente. Che soprattutto fuori casa si smarriva facilmente. E cominciò ad infondere iniezioni di autostima. A tenere tutti sulla corda, anche durante gli allenamenti. Spesso lo si sentiva alzare la voce, impartire ordini perentori più che suggerimenti, caricare psicologicamente il gruppo. La scossa sortì un grande effetto: quindici risultati utili consecutivi tra cui quattro vittorie esterne. Poi il kappaò di Udine. Quindi il passo falso di Bologna e quello in casa con la Fiorentina. Ed ancora, il tonfo casalingo con il Parma. Quattro sconfitte (e qualche pari interno) che costrinsero il Napoli ad accontentarsi del sesto posto e dell’Europa League. Qualcosa ancora non andava nell’atteggiamento mentale. L’anno dopo, da tutti definito straordinario, avrebbe fatto registrare altri cali di tensione che hanno sottratto al Napoli punti preziosissimi: i due kappaò con il Chievo Verona ( andata e ritorno), altri due con l’Udinese ed infine sul filo di lana, lo scivolone di Lecce. Nonostante tutto è stata centrata la Champions League. Resta il rammarico di non aver potuto contendere lo scudetto al Milan fino alla fine. E su questo, Mazzarri ha riflettuto tanto.
RICHIAMI CONTINUI- Da quest’anno, il tecnico vorrebbe che il Napoli si comportasse da grande in ogni situazione. A Cesena, durante l’intervallo ( dopo l’uno a uno) fece la voce grossa e gli azzurri cambiarono rotta nella ripresa. Ha provato a fare la stessa cosa prima del faccia a faccia con il Chievo. Ha messo in guardia tutti dalle possibili insidie ma le raccomandazioni non sono servite. Ora si aspetta una risposta significativa con il Parma: affrontare l’avversario con piglio e cattiveria mettendo al sicuro la vittoria anche a costo di apparire meno spumeggianti del solito. Così fanno le grandi.
Fonte: Corriere dello Sport