Nel giudicare la gara degli azzurri di ieri sera, le prime parole che vengono alla mente sono quelle di Mazzarri, il quale, in tempi non sospetti, dichiarò che, prima o poi, l’impegno in Champions avrebbe portato via punti al campionato (almeno dieci). Il cruccio è che nessuno si aspettava di concederli già con largo anticipo, e cioè nelle prime giornate, quelle nelle quali il Napoli avrebbe dovuto mettere in cascina un gruzzoletto sufficiente di punti, utili per i cosidetti tempi “di vacche magre”. L’appannamento è venuto forse troppo precocemente, il che preoccupa sopratutto perchè si vive in una città in cui inferno e paradiso hanno una distanza molto breve, ed è facile cadere nello sconforto almeno quanto lo è esaltarsi. Il primo passo da effettuare è quindi evitare di inciampare negli umori dei tifosi e degli addetti ai lavori, i quali possono condizionare un ambiente “asettico”, tenuto fino ad ora ben in saldo da Mister Mazzarri e company, capaci di condurre la mentalità del gruppo verso una concezione di totale distacco dalle emozioni esterne, insomma una mentalità da big. Volendo considerare la prestazione sotto l’aspetto tecnico-tattico, il match lo si è perso principalmente nel concedere le ripartenze alla squadra di Colomba, abile ad interpretare quale sarebbe potuto essere il punto debole dei partenopei, e cioè concedere l’impostazione del gioco e colpire di rimessa; questo ha fatto il Parma, e con il minimo sforzo ha portato via i 3 punti. Gli uomini, uno per ogni reparto, maggiormente coinvolti in questo harakiri sono senza dubbio Campagnaro, sciatto e dissoluto nel voler ripartire palla al piede, spesso concedendo troppo in fase di marcatura (il tacco di Floccari per l’assist a Gobbi è stato effettuato ad una modesta velocità, quindi prevedibile). Inler è stato la dimostrazione palese che forse qualche giocatore avrebbe potuto anche riposare stasera, al posto del quale un’impiego di Dzemaili al fianco di Gargano forse avrebbe dato una maggiore lucidità al reparto, già, perchè Gokan è sembrato stanco e poco lucido, anche se l’estro è sempre caldo nei suoi piedi. Cavani è inciampato nella sua ombra per quasi tutta la gara, raramente è riuscito a liberarsi di quello strano “fluido negativo” (calcio di punizione di poco alto, palo dopo miracolo di Mirante sul colpo di testa di Maggio) che lo ha attanagliato. Inoltre anche lui sembra aver preso l’abitudine dell’amico di reparto Lavezzi, e cioè quella di giocare sempre lontano dalla porta, situazione che induce a chiedersi chi dovrà avere, quindi, il compito di buttarla dentro … C’è da dire che, oltre ad Hamsik, anche lui a corto di carburante ad un certo punto della partita, proprio i sopracitati Inler e Cavani, hanno giocato l’intera partita con la propria nazionale in settimana. Sebbene sia sempre facile parlare col senno di poi, il nostro vuole soltanto essere un voler sottolineare un cruccio che, come un fastidioso insetto, ha insidiato ed insediato le nostre menti a fine gara, e cioè quel voler a tutti costi enfatizzare la titolarità di alcuni a dispetto di altri che, con ogni probabilità, stasera avrebbero dato l’anima pur di dimostrare di essere lì, presenti in panchina, pronti per subentrare in qualsiasi incontro ed in qualsiasi competizione. Suggeriamo, per concludere, a quali degli uomini sullo scacchiere ci riferiamo, dopo aver già fatto il “giochino” con Dzemaili al posto di Inler, un’altra alternativa sarebbe potuta essere quella di inserire Mascara dal primo minuto per dare così a Cavani “l’esplosività” di entrare a gara in corso, magari con l’osssessiva necessità di dover segnare. E Santana ? si certo, anche lui avrebbe potuto dar fiato ad Hamsik, come già detto con i remi tirati in barca già nella parte centrale della ripresa. Ciò non toglie che la sorte ha girato a favore dei gialloblu , i quali hanno avuto dalla loro la dea bendata in occasione di rimpalli favorevoli, due palle gol sfruttate su altrettante create, qualche concessione di troppo da parte del fischietto di turno ed il gioco è fatto. La fiducia verso questi ragazzi non è assolutamente in discussione, si tratta soltanto di uno scivolone e nulla più, si può star pur certi che la Gang di Mister Mazzarri ha tutte le carte per superare anche questo ostacolo e cominciare ad imporsi in maniera più concreta e redditizzia a livello di punti anche in campionato. Archiaviamo dunque la delusione, e facciamo spazio nuovamente all’entusiasmo e all’appoggio morale che gli azzurri meritano e necessitano martedì sera al cospetto dei “marziani” di Monaco di Baviera.