POCHO, SE CI SEI BATTI UN COLPO – Con quello sguardo un po’ così, e quella corsa un po’ così. Adottato dal popolo partenopeo fin da subito, Lavezzi è diventato un simbolo generazionale per quei tifosi che non hanno potuto vivere in prima persona i sette anni da Dio, anzi D10S. E’ dappertutto, dagli adesivi alle cartelle, dalle magliette ai portachiavi. Un tam-tam commerciale che segue lo stesso ritmo frenetico dell’argentino quando si destreggia in campo e ubriaca le difese. Quest’anno le sue qualità indiscusse hanno trovato sbocco in una maturità che prima non si riusciva a percepire. Accantonata una vita non proprio esemplare, il Pocho è diventato ligio al dovere e costante. L’unico problema, che è anche il cruccio di Mazzarri, è il gol. Certo, già ne è arrivato uno a Cesena, ma vuoi mettere cosa si prova a segnare nello stadio che ti osanna anche solo per come respiri?
SERATA ESPLOSIVA – Le strade si sgombrano al suono dei cingoli tedeschi. La corazzata Bayern non fa sconti a nessuno, vuole un cammino immacolato fino alla finale di Champions da giocare in casa: altro che Oktoberfest! I bavaresi, allo stato attuale, sono secondi in Europa solo al Barcellona per gioco, successi ottenuti, gol fatti e gol subiti (appena uno in undici partite). Superiori si, ma rispettosi di chi hanno davanti. E quando stasera scenderanno sul prato di Fuorigrotta avranno la consapevolezza di voler battere, secondo il loro parere, la miglior squadra di calcio in Italia. Una considerazione inaspettata che però non dovrà distrarre gli azzurri e soprattutto lui, lo “scugnizzo argentino”. Achtung Bayern, il Pocho vuole togliersi questo sfizio.
Giorgio Longobardi
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Articolo modificato 18 Ott 2011 - 18:25