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Niente distrazioni, come qualcuno si sarebbe aspettato. L’obiettivo 3 punti è andato in porto, nonostante le fastidiose voci di contorno che hanno reso l’ambiente alterato, come dimostrato dalla reazione di Mazzarri durante il post partita, innervosito dai ritardi delle interviste. La scossa data alla squadra è di quelle che rimbombano fino alla tribuna stampa, bersaglio principale delle frecciatine del mister, stufo dell’eccessiva ansia che si crea ogni qualvolta si provi a rallentare il cammino, non per altro, ma solo per prendere fiato. La platea sembra non averne mai abbastanza e Mazzarri questo lo ha percepito come un segnale negativo, capace di destabilizzare la concentrazione dei suoi uomini. Ma dirgli bravo è poco, Già, perchè la vittoria e il gioco espresso hanno detto che il Napoli non è una chimera, e sopratutto non è stata sopravvalutata dai media, che l’hanno posizionata tra le pretendenti ai primi 3 posti, buoni per la Champions del prossimo anno. Si diceva del gioco, un rullo compressore di azioni pericolose e sprint capaci di mettere subito kappaò l’Udinese di Guidolin, anche senza segnare subito, semplicemente con la forza delle proprie azioni. L’Udinese l’ha capito subito che non era serata, tant’è che ha cercato subito di ingabbiare gli avanti azzurri, anche con maniere poco ortodosse. Ma è porbabile che non ce ne sarebbe stato per nessuno, tanta era l’imponenza di gioco mista al senso di posizone dimostrata, mai come stavolta in tutti i settori del campo si è avuto la netta sensazione che il Napoli fosse il padrone assoluto del campo. Partiamo da De Sanctis, con l’ennesima prova esaltante, con interventi degni di un portiere di livello internazionale, così come il compagno di reparto Aronica, sorprendente per tenacia, forza fisica e tasso tecnico nettamente migliorato, tanto da permettersi il lusso di giocate da brivido, ma efficaci. Ottima la prova di Dzemaili, degno sostituto di Gargano, fosse sempre così il suo rendimento, sarebbe molto probabile che Mazzarri lo riproponga dal primo minuto in altre occasioni, anche solo per alternarlo a quest’ultimo. E’ piaciuta la sua puntualità nelle chiusure e qualche sfuriata in attacco, al bacio il cross per la testa di Maggio per il 2-0. Super anche Christian, ancora una volta decisivo sulla destra, uomo ovunque e attore protagonista delle azioni principali degli azzurri, assieme ad un Lavezzi a cui bisognerebbe chiedergli perchè non metta sempre quella “foga agonistica” mista alla concretezza che ha dimostrato di saper applicare alle sue prestazioni quando si mette con impegno. E’ bene chiarire che, da tempi non sospetti Lavezzi è l’uomo decisivo e fondamentale per questa squadra. Purtroppo ci si trova ancora nella situazione in cui il “pocho”, quando non gira, tutta la manovra azzurra ne risente in modo più o meno decisivo, per cui sulle proprie spalle troppo spesso pendono le sorti delle gare; bisogna metterlo in condizioni di essere consapevole di questa responsabilità, fino a che la squadra non trovi altre fonti a cui affidare e suddividere questo fardello così pesante per una sola persona. Lo stesso Cavani, coadiuvato come si dovrebbe, rende a pieno anche senza segnare,  ne abbiamo avuto la prova vedendolo nelle vesti di “assistman” ma anche di uomo-ovunque in grado di gestire la manovra, a tal punto che è sembrato Hamsik l’uomo più avanzato, piu che lui. Camaleontico e spavaldo, questo Napoli si appresta ad entrare nel vivo della stagione con una carta d’identità ben precisa, che dice a chiare lettere che la squadra è viva e, nel limite del possibile, votata a rispettare quelle che sono le “rosee aspettative” affibbiategli, e cioè un ruolo da comprimario in questa annata calcistica. Le fondamenta su cui si pongono alla perfezione queste basi sono poste sopratutto sul carattere dimostrato da Lavezzi & company, lo si evince dalla reazione da “grande” vista nell’affrontare la capolista, la squadra ha dato cenni imprescindibili di essere e sentirsi superiori agli avversari, e questo atteggiamento lo si è sempre accostato alle “primedonne” del nostro campionato, a quelle squadre che sanno cosa vuol dire sentire il profumo del successo. Restano solamente alcune componenti su cui lavorare, una su tutte il recupero degli infortunati, Pandev e Britos su tutti, per dare ampia scelta al mister nella fase calda della stagione. E’ probabile che il macedone sia quello più pronto a breve termine, rispetto all’uruguaguio ex-Bologna, reduce da un infortunio più complesso. In ultimo, in ordine di recupero, restano ancora avvolte nel mistero le sorti di Donadel, del quale ci si augura di poterlo annoverare tra gli arruolabili almeno nella seconda metà di Dicembre. Ora sotto con il Catania, a viso aperto, senza remore, magari anche con qualche novità, magari puntando proprio sull’ex di turno Mascara, conoscitore dei segreti di una squadra, quella siciliana,  imprevedibile, ma con molti punti fragili su cui porre gli obiettivi per un assalto concreto e decisivo ai fini di una eventuale preziosa vittoria.

Articolo modificato 28 Ott 2011 - 01:16

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Scritto da
redazione