E doveroso, prima di analizzare la serata ed i suoi risvolti, fare una premessa fondamentale per un sano e corretto proseguio del cammino del Napoli in questa stagione: un enorme, infinito GRAZIE a tutta la squadra e allo staff azzurro per aver dato la possibilità al popolo napoletano di aver vissuto e di vivere nelle prossime giornate un’emozione così grande e intensa da far venire i brividi ogni qual volta la musica della champions apre le “serate dei campioni”. E’ una meavigliosa favola azzurra, e tale sarà nonostante tutto…..
Detto questo, resta il rammarico per aver gettato al vento la possibilità di aver rosicchiato almeno un punto, che potrebbe risultare fondamentale nella classifica finale. Venti minuti di follia hanno letteralmente regalato al Bayern la possibilità di suggellare una vittoria neanche tanto complicata come la si era presentata all’inizio, Errori di posizione e di movimento hanno dato vita facile a Mario Gomez, seppur lento nel girarsi spalle alla porta, ma efficace al cospetto di Fernandez, a cui va si il merito di aver messo a segno due gol stupendi ed utili a restare a galla fino alla fine, ma è pur vero che dalle sue parti (zone centrali) le praterie si aprono a dismisura. Nulla da accepire sulla classe e l’eleganza di questo ragazzo che, affinate le tecniche di posizione ed in fase di marcatura, sarà un leader del futuro anche per la nazionale argentina. E’ piaciuto anche il pocho Lavezzi, nonostante i soliti problemi in fase conclusiva, ma resta l’unico pericolo concreto per la retroguardia bavarese. Porta via uomini, crea gli spazi che Maggio, Cavani ed Hamsik non sanno sfruttare, sia per una questione di provata inferiorità tecnica, sia per la tenacia dell’impetuoso centrocampo tedesco, punto di forza di una squadra di campioni, ma che soffre in difesa, ed arranca in attacco quando Gomez non gira, con Robben ancora fuori causa. Altro cruccio della serata è il non aver sfruttato a modo i dieci minuti finali, dove il Bayern arrancava ed aveva paura, arretrando vertiginosamente il baricentro e consentendo spazi a Lavezzi e Inler, lasciando spesso ad Hamsik la possibilità di manovrare e cercare l’uno-due che spesso ha dato frutti quando quest’ultimo era in giornata di grazia. Ma stasera il Napoli ha pagato dazio, vuoi per l’inesperienza (dare spazio a Ribery e Muller vuol dire non aver considerato i fulcri del gioco tedesco) vuoi per il lato tecnico-tattico del match, dove il Bayern s’è dimostrato di una fascia superiore, soprattutto quando ha gestito la partita con una fitta trama di passaggi e tocchi di prima, che hanno mandato in tilt il fragile temperamento dei partenopei .Sicuramente da rivedere alcune decisioni arbitrali in occasione della mancata espulsione di Badstuber dopo una entrata killer su Maggio nella prima frazione di gioco, quando il risultato non era ancora compromesso, successivamente poi, nella ripresa, è fin troppo fiscale sulla doppia ammonizione di Zuniga, la prima delle quali eccessiva poichè nulla di gravemente scorretto accade nel colpo di testa del colombiano. Non bisogna demordere, non è detta l’ultima parola, resta apertissima la qualificazione, nonostante la vittoria del Manchester City a Villareal (0-3), che dovrà affrontare la compagine di Mazzarri al San Paolo tra venti giorni. Bisognerà superare quel limite caratteriale di fossilizzarsi fin troppo sugli eventi negativi di una sconfitta, mentre è palesemente superiore nelle squadre di vertice il saper “somatizzare” una sconfitta e superare mentalmente tutte le negatività che essa comporta. E’ bene restare concentrati e cercare di guadagnarsi nuovamente credibilità in campionato, battendo quella vecchia signora che comanda il nostro torneo. Archiviamo la serata di Champions e annoveriamola tra quelle famose “imprese a metà”, quel “miracolo” non avvenuto, ma lo sfizio resta, ed è quello di aver spaventato il Bayern, tra le migliori attualmente in Europa.