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Cento di questi giorni: e in quel viaggio a ritroso nei tre anni napoletani, Salvatore Aronica ne ha di scene-madri da ammirare. “Ma spero non sia finita qua, perché voglio chiudere la mia carriera a Napoli”. Cento di queste maglie: e tra i pubblici complimenti di Luis Vinicio (“una garanzia, la garanzia della difesa”) e i messaggi inequivocabili in tv di Pierpaolo Marino, estimatore dichiarato (“è bravo, lo so…lui da noi? Magari…”), le certezze di quel corazziere che ha muscoli, cervello (e un bel filo d’ironia per evitare le polemiche in bianco & nero) sono conficcate nel giardino di casa sua, il san Paolo. “Nel quale chiunque giochi al calcio dovrebbe un giorno aver la fortuna di esibirsi”.

Aronica, le avverte le allusioni?
“Eccome no. Però in casi del genere serve un po’ di leggerezza e allora mi permetto di ricordare alla Juventus che dopo aver pareggiato in casa del Manchester City siamo stati capaci di battere il Milan e quattro giorni dopo la vittoria sul Villarreal siamo andati a vincere in casa dell’Inter. Dovrebbero essere contenti del rinvio”.

Avverte anche il desiderio della città?
“Io ho avuto la fortuna di giocare quasi sempre al Sud, che è la mia terra. So quanto sia radicato, in ogni città, la passione per la propria squadra. Però Napoli è speciale, non me ne voglia nessuno. Sappiamo cosa desidera la gente. E sappiamo quanto sia equilibrato questo campionato. La voglia di scudetto della gente è quella di tante squadre di club, è un sogno generale: i risultati stanno testimoniando che saranno in tanti a poterselo contendere. Ci provano in parecchi e in parecchi ci credono. E pure noi siamo in lizza”.

Spostare la partita con la Juve cambia qualcosa?
“Assolutamente niente, perché noi la giocheremo comunque andandola ad incastrare tra una serie di impegni a catena che finiranno per incidere. Ma mi pare che questo sia un falso problema. Rinviare la gara, viste le condizioni atmosferiche, era un atto dovuto, una misura preventiva da adottare alla luce di quanto accaduto nei gironi precedenti a Genova, in Toscana e in mattinata a Pozzuoli. Per quanto mi riguarda, mi tiro fuori dalle polemiche: non ne vedo la necessità. C’erano in gioco vite umane, un uomo era appena deceduto. E poi ho rispetto delle istituzioni”.

Cento partite con il Napoli…
“La carica che ti dà questa maglia è unica e non c’è assembramento di partite che ti tolga energia. E’ vero che siamo essere umani, che abbiamo la necessità di riposare, ma il san Paolo, la sua folla, rappresentano un energetico come nessun altro. Ai ragazzi che cominciano la loro carriera, a chi è più giovane, posso solo augurare di avere la fortuna che ho avuto io: entrare in questo stadio ed essere uno di loro”.

Ogni anno, un Aronica sempre più convincente, rassicurante: un leader…
“Sono soddisfatto di ciò che sto facendo all’interno di un gruppo meraviglioso. Io a questo punto ho un’ambizione umanissima: chiudere qui la mia carriera, lasciare un giorno, spero lontano, da calciatore del Napoli. Sono in scadenza di contratto ma spero di riuscire a risolvere nel modo migliore la situazione. E non ho dubbi che ciò accada”.

Magìa di una tradizione.
“E’ il club di Maradona, il più grande di sempre. E ora è la squadra di Cavani, Lavezzi e Hamsik. Che sono bravissimi, trascinanti, ma che non costituiscono da soli il Napoli. Qui c’è un progetto che va avanti da anni, la felice intuizione di fare calcio in maniera diversa, e una squadra formata da ragazzi perbene, altruisti. Quando si dice l’unione fa la forza ci si riferisce a noi”.

E’ un ciclo vincente, che va avanti…
“E’ stato molto bravo De Laurentiis, perché alla base di questi successi c’è la mano di un manager che ha creduto in un modo alternativo di programmare. Ha investito, ha guardato oltre: il Napoli ha un futuro, adesso. Ma è anche merito di Mazzarri, che ha dato ulteriore impulso, che ci ha responsabilizzati, facendoci capire l’importanza d’una casacca come la nostra. Io dico che abbiamo ancora capitoli di una nuova storia da poter scrivere”.

E quando finalmente giocherete questa Napoli-Juve?
“Sappiamo, ma non dall’altro giorno, quanto forte sia la rivalità con i bianconeri. E sappiamo anche quanto loro valgano, oggi. Ma a noi una serie di partite ravvicinate non faranno paura”.

Articolo modificato 8 Nov 2011 - 09:40