Scrive Bertoli nel suo inno al Pescatore: “Getta le tue reti, buona pesca ci sarà? E canta le canzoni che burrasca passerà” . Beh, Miguel Angel Britos non getta reti ma lancia dalla spiaggia e poi gioca con il mulinello; però canticchia, certo, perché in qualche modo devono passare la burrasca e il tempo. Un bel po’ ne è trascorso dal 22 agosto, notte barceloneta da sogno diventata incubo in un crac: c’è il Barça, c’è l’adrenalina del Gamper, ma il piede si rompe e adios. Jella nera, quella del difensore del Napoli, acquistato per stupire e costretto a rincorrere finanche l’esordio in maglia azzurra sin dall’estate. Infortunio lungo e attesa snervante. E in mezzo? La pesca. La sua passione. Il mantra che lo ha accompagnato fino alla guarigione. Pronto. Quasi pronto. Finalmente.
IL RIENTRO – E allora, bentornato Miguel Angel: ormai è al traguardo, dopo quasi tre mesi di terapie e partite guardate dalla tribuna, con un solo dubbio legato alla sua presenza con la Lazio. Se non sarà contro Reja, sarà per la prossima. Non si scappa. Il recupero, comunque, è stato a tempo di record: la frattura del quinto metatarso del piede sinistro (con tanto d’intervento a Barcellona) è un problema non da poco, ma lo staff del dottor De Nicola, il medico azzurro, lo ha rimesso a nuovo con uno scatto da centometrista. Bene, bravi, bis: bravissimo anche Britos, non ha mollato un centimetro sfoggiando la proverbiale pazienza del pescatore.
LA SPIAGGIA – Eccolo, il retroscena della questione. L’aspetto più bello della storia di questo gigantesco difensore uruguaiano, 188 centimetri e 26 anni: Miguel è un pescatore. Vero, provetto, sin da bambino e da tre generazioni: pescava suo nonno, che ha tramandato l’arte a suo padre che poi l’ha tradotta a lui. Terzo perno di una scala di uomini con la pelle bruciata dal sole e dal sale delle spiagge di Punta del Este, in Uruguay, sull’Oceano Atlantico. Quanta, ma quanta pazienza. Almeno grande quanto la passione. Britos, fine interprete del surf-casting, pesca dalla riva: con canna lunga a mulinello. Lancio e attese lunghissime. E, a volte, soddisfazioni enormi: come la “corvina negra” da 20 chili che resta la preda atlantica più prestigiosa della sua carriera.
FORMIA E IL COMPAGNO – Da quando è un giocatore del Napoli, ahilui, di tempo libero da dedicare alla pesca ne ha avuto: in questi mesi, soprattutto nel fine settimana, mentre i suoi colleghi giocavano, Miguel è stato avvistato spesso sulle spiagge di Formia, un’oretta da Castelvolturno, dove vive. Tramonti e lanci. A volte in compagnia di Colombo, il terzo portiere, cui sta provando a trasmettere la passione.
LA RINASCITA – Il calcio, comunque, resta la sua vita: Mazzarri lo aspetta e il popolo azzurro vuole scoprirlo sul campo, e non soltanto attraverso i giudizi lusinghieri e i ricordi di Bologna. Ancora un po’ di pazienza e poi Britos potrà rinascere anche al San Paolo; magari in Champions. La grande tappa ambita e sognata sin dalla firma sul contratto, lo stesso giorno della presentazione di Inler. Per ora è fuori dalla lista Champions, tutto dipende dalla qualificazione. La pazienza non gli manca.
Fonte: Corriere dello Sport