Ciò che in pochi ammetteranno, e che in molti tralasceranno, sarà la vittoria personale del tecnico aretino.
Si perché in tutte le altre vigilie di Champions il “suo” Napoli non aveva girato e non aveva raccolto punti solo ed esclusivamente per il suo turn-over approssimativo… o almeno secondo quasi tutti.
Contro la Lazio è scesa in campo la migliore formazione possibile ma di bottino pieno neanche l’ombra: probabilmente sarebbe successo anche nei precedenti incontri nei quali Mazzarri ha fatto rifiatare qualche tenore con la gola un po’ stanca facendo da parafulmine per accuse e polemiche.
In caso martedì contro il Manchester le cose non dovessero andare come tutti i tifosi partenopei auspicano, apriti cielo: il colpevole sarà sicuramente Mazzarri, reo di aver preferito il campionato alla ghiotta possibilità della qualificazione Champions.
L’equilibrio non sta di casa a Napoli ma le scuse, quando necessarie, devono essere considerate.
Si può ricominciare a lamentarsi di questo allenatore per milioni di motivi, compreso l’atteggiamento in campo visto contro Reja, apparso un po’ troppo rinunciatario, oppure per la cravatta indossata male.
Ma almeno riconosciamogli qualche ragione: i punti persi contro Chievo, Parma e Catania non sono soltanto colpa sua.
Antonio Manzo
Articolo modificato 19 Nov 2011 - 23:22