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A voler essere obiettivi ci si aspettava il bottino pieno. Le due settimane di preparazione ci erano sembrate sufficienti a recuperare i numi del gioco e della lucidità. Vien da pensare che quei pochi che hanno gridato alla “rugine” riferendosi al troppo tempo di inattività da una gara da parte del team di Mazzarri forse una parte di ragione ce l’hanno avuta. Già, perchè di scarsa lucidità i è trattato. Manovra lenta ed inmpacciata con Dzemaili ed Inler protagonisti del “traffico” di centrocampo nel primo tempo. Poco concreti anche e sicuramente , perchè spesso capita alle grandi di sfruttare al meglio anche le poche occasioni che si hanno durante un match. Ed invece no. Lucidità e concretezza sono problemi che non si risolvono nel giro di qualche settimana, ma concettualizzando il fatto che la gara è fatta da 90 minuti è che svegliarsi solo nella seconda parte spesso non basta a raggiungere l’obiettivo. Anche le corsie sono sembrate senza filtro, probabile causa le scelte azzeccate di Reja, che con Konko e Radu è riuscito a frenare un macchinoso Dossena e Maggio spesso orfano del compagno di fraseggio. Non piace vedere sprecare le occasioni goal, ma irrita la mancanza di tecnica nel battere i calci piazzati, dove gli azzurri sono spesso in grado di crearsene, ma troppe sono le volte che questi vengono sprecati con cross bassi e fiacchi oppure con manovre stantie ed obsolete. Ma quello che oramai si vede da troppe partite è lo smarrimento dapprima di Lavezzi, che vagheggia sulla trequarti in cerca di quella ispirazione che gli avversari hanno ben studiato e che conoscono a memoria, a cui è seguito a ruota anche Cavani, ad oggi appropiatosi di un ruolo di esterno d’attacco con propensione alla copertura di centrocampo, che allontana la pericolisità degli attacchi azzurri, poichè entrambi arrivano sfiniti ai limiti dell’area di rigore, allora ecco il nascere di conclusioni sgangherate e fuori misura degli “avventurieri” Dzemaili, Campagnaro, ed infine Gargano.E’ in atto un pericoloso scambio di ruolo che determina una sterilità che non giova ai fini del risultato. Un punto chefa proseguire la marcia-lumaca degli azzurri in campionato, i quali vedranno nell’incontro di Martedì la possibilità di rinvigorire le velleità di una squadra che oggi ci sembra seppur viva e brillante a tratti, capace di cadere negli ingranaggi un un gioco dissoluto e troppo prevedibile. Alla Champions l’arduo compito di ridare agli azzuri quella identità vincente che dopo stasera manca da troppo tempo. Che il recupero e la buona prova di Pandev abbiano restituito al Napoli un calciatore importante, a molti è sembrata la nota più lieta di stasera; che fosse la chiave di volta per dare ala squadra la giusta scossa? Incrociamo le dita e rispolveriamo il nostro inglese, tra due giorni abbiamo gente di Manchester a cena; con il City scatterà l’operazione rilancio.

Articolo modificato 20 Nov 2011 - 17:35

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Scritto da
redazione