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Tony Iavarone: “Quest’impresa porta la firma di Mazzarri”

È il calcio, signori; è quell’affascinante scienza inesatta che capovolge pronostici e che regala brividi e notti magiche. È successo anche al Napolie dalla sua gente. Perché non c’è potenza economica, il City, che tenga quando l’avversario, il Napoli, sa essere sfrontato. Ne discuteranno i tifosi, come discuteranno sulla firma tecnica:più importante i gol di Cavani o il lavoro di Mazzarri? Di tutti,ovvio. Mazzarri, però, ha il merito di aver visto giusto anche ieri (Lavezzi, spina nella zona di Zabaleta, la posizione di Hamsik,etc.). Mazzarri ha soprattutto il pregio di aver tenuto barra dritta in mezzo alla tempesta, di aver portato la squadra a quest’appuntamento con la testa lucida e senza paure. Ora si tratta di capire se questo alloro rappresenta l’avvio di una ricchissima corona stagionale, vale a dire il ritorno di un ciclo vincente, e se, smaltita l’euforia, questa formazione resta ancora in grado di dire la sua nella lotta per lo scudetto e nel torneo europeo. La prestazione contro il City dovrebbe fornire, oltre ad un ricordo assai confortante, gli stimoli giusti anche per il campionato. Un po’ dipende dal mercato di gennaio. Arriverà qualcuno gradito alla causa? Disquisizioni, almomento, premature. Ora prevalgono il gusto di un’impresa e la tenacia di un allenatore, Mazzarri, che prima di centrare questo straordinario traguardo se ne è dovute sentire tante. Non tutte immotivate. La sua passionalità, da tifoso tra i tifosi, lo ha portato a scelte che con un po’ di ragionamento si sarebbe risparmiato. Lo ha condotto a essere bollato come troppo ispido, troppo contro: un caratteraccio, insomma. Il tutto con l’affanno crescente del tempo che passava, dell’inseguimento che non andava inporto. Sotto questa magica serata in Champions c’è la crescita del Napoli e tutti devonomolto a Mazzarri. Questi -bisogna ammetterlo-ha cambiato la faccia, l’anima e forse il destino di una compagine che in questi anni di rincorsa era più avvilita che vittoriosa, più irrisa che ammirata, più fragile che forte. Coi suoi metodi, che prevedono una totale intesa con tutti i giocatori (quelli che ci stanno, almeno) Mazzarri ha creato una squadra, che in Italia ha già firmato un inatteso ciclo vincente e che resterà la squadra da battere anche in Europa”.

Fonte: Il Mattino

Articolo modificato 23 Nov 2011 - 09:25

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Scritto da
redazione