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Villarreal-Napoli, vincere o tornare a casa. Vale un risultato su tre. Questo è  già un piccolo conforto. In genere, quando i risultati utili sono due su tre, il  Napoli possiede la rara abilità di far uscire l’unico contrario. Così, spalle al  muro, quasi sempre ottiene ciò che vuole. Il quasi, oggi, non è legato solo alla  forza degli avversari (rispettabili ma battibili). Nemmeno alle condizioni di  qualche infortunato, né ad alchimie tattiche più o meno invocate. Il quasi  consiste nell’alea che rende il calcio simile a un gioco con i dadi.  Nell’edizione 2011-2012 della Champions hanno fatto strada le squadre solide,  quadrate, organizzate, con pochi fronzoli. Chi ha esagerato con punte e  mezzepunte sta pagando dazio, Manchester City in particolare. La corsa,  l’assiduità hanno pagato più della tecnica pura. Ecco un altro motivo di  speranza.
Veniamo al Villarreal. È una formazione in crisi, ma  tecnica. Il Napoli, notoriamente, non dispone d’un centrocampo di giocolieri, ma  almeno i singoli elementi corrono. Delegato all’illuminazione è Lavezzi. Sarà  una partita molto delicata, da affrontare senza frenesie. La circolazione del  pallone, cui gli spagnoli probabilmente ricorreranno, potrebbe rivelarsi  snervante per gli azzurri coi piedi meno buoni. Si tratterà di alzare il ritmo  all’improvviso e di colpire con le punte, come con il Lecce che però era più  scarso e, presumibilmente, più vulnerabile del Villarreal. Cavani è in forma, è  tornato ad essere uno dei pochi goleador in giro per l’Europa che non sbaglia un  colpo. Fronte opposto. Ci sarà sempre qualcuno che arremba su una fascia ad  allarmare Mazzarri: l’ultimo – in ordine di tempo – era Adam Johnson del City,  adesso occhio alle incursioni di De Guzman, l’esterno che tende ad accentrarsi e  provare il tiro da diverse posizioni. Il rischio esiste, ma una serie di fattori  dovrebbero mettere il Napoli al riparo da sorprese sgradevoli. Il nostro attacco  è superiore alla loro difesa. Per la nostra difesa non è un’impresa bloccare il  loro attacco. Tutto si deciderà negli equilibri (o squilibri) di centrocampo e  dal tempo che Lavezzi impiegherà a trovare la posizione giusta. C’è però da  evidenziare che sono giorni alquanto duri per i favoriti. Ne è stata  protagonista ed artefice – dall’opposta angolazione della non favorita – proprio  la Mazzarri band: la clamorosa vittoria sul Manchester al San Paolo e il sudato,  tuttavia meritato, pareggio a Monaco. Risultati che ammoniscono: le sorprese  sono all’ordine del giorno. Il prototipo del tifoso più sfegatato è pregato di  prenderne atto.
Infine il campionato e l’operazione rimonta. La  sconfitta dell’Inter, che esce battuta e arrabbiata dal match di sabato con  l’Udinese, ma non rimpicciolita, il ko a Firenze della Roma e il pari del  Palermo a Parma accorciano la parte medio alta della classifica. Da una quasi  fuga a una quasi ammucchiata. Un po’ alla volta le grandi tradizionali, Napoli  compreso, vanno ad occupare il posto che loro compte. La squadra-bulldozer per  ora non c’è. Per fortuna di tutti.

Fonte: Il mattino

Articolo modificato 5 Dic 2011 - 09:51

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Scritto da
redazione