“ Napoli, tifosi padroni del treno” . “Petardi e fumogeni anche a Termini”
“I supporter azzurri diretti nella Capitale “sfrattano” i passeggeri”. “Quattro dipendenti delle Fs contusi, 500 mila euro di danni alle carrozze”.
Quelli sopra riportati sono solo alcuni dei titoli estrapolati dalle principali testate giornalistiche nazionali che introducono la narrazione di quanto, avrebbero voluto farci credere, fosse avvenuto nella giornata del 31 agosto 2008 presso la stazione Termini di Roma, in occasione della prima trasferta del Napoli nel campionato 2008/2009.
Questo è quanto riferisce a riguardo ll corriere della sera: “Il treno ha subito gravi ritardi, ed è partito solo dopo le 12.30. Saliti sul treno, i tifosi hanno vandalizzato 11 carrozze, causando oltre 500 mila euro di danni. Nel corso del viaggio i tifosi hanno anche azionato inutilmente, per tre volte, il freno d’emergenza, bloccando il viaggio del convoglio. Alla stazione Termini, i tifosi azzurri, al loro arrivo, hanno lanciato petardi e fumogeni. Stessa scena durante la sosta in attesa del ritorno: i tifosi non volevano pagare il biglietto e sono stati fatti ripartire da Roma alle 21:36 con un Intercity a cui sono state aggiunte cinque vetture, come richiesto dalla Questura di Napoli per questo e altri convogli diretti a Napoli. In stazione i tifosi sono stati tenuti sotto controllo da forze dell’ordine in tenuta anti-sommossa”.
Trenitalia accusa i tifosi di fede azzurra di devastazione e saccheggio e riferisce che le intemperanze di circa un migliaio di tifosi impedivano la partenza dell’Intercity plus 540 per Torino, prevista alle 9.24. I tifosi del Napoli, inoltre provocavano disagi e incidenti alla Stazione Centrale dopo aver forzato i cordoni di controllo predisposti dalle Ferrovie dello Stato, in collaborazione con le Forze dell’ordine per verificare che tutti fossero in possesso del titolo di viaggio. Problemi si verificavano anche per il regolare svolgimento delle attività ferroviarie all’interno del terminal viaggiatori: e’ stato impedito il rifornimento alle vetture bar di alcuni Eurostar e inoltre sono state impedite le pulizie su altri convogli.
Tutt’altra testimonianza forniscono i tifosi che, quel giorno, erano presenti su quel treno. Hanno affrontato un viaggio durato 6 ore, in condizioni per nulla confortevoli e sono riusciti ad entrare nel settore ospiti dello stadio Olimpico di Roma solo all’inizio del secondo tempo della partita
Replica repentinamente alle accuse della compagnia ferroviaria il questore di Napoli in carica in quel periodo, Antonio Puglisi, che era presente alla stazione di Napoli e si oppone al quadro dipinto dalle autorità romane. Quest’ultimo, infatti, afferma di aver parlato con i tifosi e garantisce che tutti erano regolarmente muniti di biglietto. “Era una giornata particolare per Trenitalia che ha dovuto fare i conti con una disponibilità non immediatamente sufficiente. I numeri non ci hanno aiutato, la capienza non sufficiente subito ci ha creato qualche problema di gestione della folla”.
In seguito a quell’episodio, è doveroso ricordarlo, il Ministro della difesa Maroni decretò il divieto di trasferta per un anno a carico dei tifosi del Napoli.
Tuttavia oggi, la Sentenza N.85606/10 della VI Sez. Civile del Giudice di Pace di Napoli resa dal dr Ciaramella, condanna Trenitalia per non essere stata in grado di gestire e ben organizzare un evento ampiamente prevedibile a cui avrebbe potuto rimediare con una migliroe organizzazione di servizi.
Alla luce di quanto riportato finora, esiste un unico dato di fatto oggettivo e inconfutabile: a farne le spese sono stati esclusivamente i tifosi napoletani e, con loro, la dignità e il buon nome di un’intera città. Nei giorni successivi a quell’accaduto, i media facevano a gara per documentare “l’assalto ai vagoni”, l’ipotetico, ma non reale vandalismo partenopeo sul quale si sono ripetutamente puntati i riflettori dell’intera Italia, sportiva e non, fino al conseguimento dell’estremo, duro divieto di trasferta.
Oggi, però, la notizia della condanna di Trenitalia non ha riscosso lo stesso clamore e le stesse testate che, allora hanno utilizzato quella notizia come fiore all’occhiello, hanno preferito non regalare ai loro lettori il “lieto fine”. Hanno scelto di non occuparsene, forse perchè il napoletano assolto non fa notizia o forse perchè questo non è il “lieto fine” da molti sperati.
E’ facile cadere nella retorica in queste circostanze, per cui lasciamo al buon senso dei nostri lettori, qualsiasi riflessione in merito ai fatti esposti.
E’ importante, però, informare chi era su quel treno riguardo il proprio diritto di risarcimento morale. Urlate i vostri diritti napoletani, ora che la legge è dalla vostra parte, è giunto il momento che facciate sentire la vostra voce!
Articolo modificato 5 Dic 2011 - 18:50