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Luigi de Falco, assessore all’urbanistica:

“Il nuovo San Paolo? Sarà uguale a quello che fu inaugurato nel 1959 con una  bella vittoria contro la Juventus per 2 a 0”.

il dirigente del Comune ha tra le mani il preliminare della nuova casa del Napoli  calcio, o meglio la fotografia del quartiere che tornerebbe a svilupparsi  intorno al nuovo-vecchio impianto. Un colloquio che avviene tra una telefonata e  un semaforo da rispettare e con l’auricolare che fa le bizze. De Falco è fuori  palazzo perché sta chiudendo due piani attuativi che riguardano la zona  orientale, roba seria, decine i milioni che i privati investiranno di qui a 5  anni. Due Pua (Piani urbanistici attuativi) che cambieranno il volto dell’area  est e di un quartiere come Ponticelli molto popolare.

“Ecco, il punto è proprio  questo – racconta l’assessore – non c’è necessità di nuove leggi, noi abbiamo il  Prg e i piani attuativi che consentono di fare interventi massicci e di cambiare  il volto della città nel rispetto delle regole. Quando dico che lo stadio sarà  uguale a quello del 1959, intendo dire che toglieremo tutte le sovrastrutture  aggiunte da allora a oggi. In particolare quanto fatto per Italia 90.  Naturalmente conserverà la sua forma e il suo stile, il tutto filtrato con  quello che mettono a disposizione la modernità e le regole odierne. A cominciare  da quelle della Fifa. Sarà un impianto pubblico, non necessariamente per un solo  inquilino”.

Il riferimento è al patron Aurelio De Laurentiis. Ma niente  paura, i rapporti tra Palazzo San Giacomo e patron sono cordiali e ottimi. Al  momento della presentazione del progetto preliminare De Laurentiiis sarà  interlocutore privilegiato. Perché è titolare della squadra cittadina che sta  dando tante soddisfazioni e sta esportando all’estero l’immagine positiva di  Napoli, perché il patron vuole fortissimamente fare qualcosa per la città oltre  al grande calcio. E perché il presidente è blindato da una convenzione con il  Comune dove è chiaramente scritto che chiunque si aggiudicherà la gara  internazionale avrà l’obbligo di trovare un accordo con lui sull’utilizzo  dell’impianto di Fuorigrotta. Giova ribadirlo, al di là della carta bollata,  conta il solido rapporto fra il sindaco Luigi de Magistris e il produttore  cinematografico. Un’alleanza per Napoli che sembra davvero inattaccabile.
Dunque come cambierà il San Paolo?

“Ci saranno 60mila posti – racconta  l’assessore – la copertura verrà completamente tolta, così come tutte le  strutture in ferro. L’idea è una tensostruttura per la copertura. Così da  utilizzare solo due montanti. Una tecnica ingegneristica moderna e molto  diffusa, ecologica. Avrà la forma di una vela”.

Nella sostanza via tutte le  opere di Italia 90. A cominciare dalla copertura in ferro. Per quanto riguarda  la pista di atletica è probabile che venga tolta ma è in atto una riflessione.  Ci sono i veti della Sovrintendenza che aspetta di vedere il preliminare di  progetto. Il San Paolo è bene sotto tutela. L’operazione stimata tra i 50 e gli  80 milioni.
Lo stadio cuore della nuova Fuorigrotta, questa l’intenzione e  questo è il perno portante del progetto preliminare.

 “L’impianto sarà in  sinergia con la Mostra d’Oltremare – spiega ancora De Falco – ci sarà un  collegamento diretto. Le funzioni non saranno solo sportive. Ma anche  commerciali, di terziario, di ristorazione». Due le grandi novità: oltre  all’albergo già in costruzione nella Mostra, un quattro stelle, ce ne sarà un  altro, un tre stelle. E quindi la delocalizzazione di quasi tutte le attività  che insistono dentro e intorno alla struttura di Fuorigrotta, compreso un museo  del Napoli. Il modello è quello anglossassone, intorno allo stadio non ci devono  essere ostacoli, ma giardini, piazze e parcheggi, sotterranei. Che fine faranno  le attività? Le concentreremo in un incubatore su via Terracina, c’è lo spazio  ed è pubblico. Li potrebbero trovare spazio ufficio ma soprattutto  intrattenimento”.

Con l’intervento sullo stadio e la delocalizzazione delle  attività si riqualificherà tutta l’area di Piazzale Tecchio che diventerà la  testa di ponte di collegamento con la Mostra e Bagnoli per la filiera del tempo  libero e dello sport. Veniamo ai costi. Chi fa cosa?

 “Il project financing è lo  strumento che utilizzeremo. Le cifre? Non ne faccio ma sicuramente siamo sopra i  50 milioni. La gara sarà di evidenza pubblica e internazionale. Presenteremo il  progetto preliminare entro l’anno, ovvero in questo mese. E poi partiremo subito  con la gara”.

Fonte: Il mattino

Articolo modificato 6 Dic 2011 - 10:20

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redazione