L’ultima partita del girone di Champions è ormai alle porte.
Si disputerà sullo stesso campo dove, un anno fa, paradossalmente, fu decretata la fine dell’avventura in Europa League per la squadra di Mazzarri.La beffarda ed ironica sorte propone ancora quel terreno di gioco, ma stavolta, la posta in palio è senza dubbio più alta: il passaggio del turno per i partenopei, una vittoria che potrebbe conferire solo una meno imbarazzante uscita di scena agli spagnoli, ormai già fuori dai giochi.
“E’ un appuntamento con la storia, sognavo da bambino di far parte di questa gara” queste le parole con le quali il capitano azzurro, Paolo Cannavaro, ha introdotto la partita che tra poche ore si disputerà contro il Villareal.
E toccato a lui, insieme all’immancabile Mazzarri, presentarsi in sala stampa per introdurre la partita contro gli spagnoli. Toccherà a lui, ancora una volta, condurre la squadra in campo. Sono anni, tanti anni, ormai, che, gagliardetto alla mano e fascia stretta intorno al braccio, è la prima testa che spunta dalle viscere del San Paolo. Sempre pronto a ringraziare e salutare la sua gente, a dispensare sorrisi e a firmare autografi. E quando su di lui sono piovuti i fischi, li ha raccolti con dignità e compostezza, dando una prova, l’ennesima, di infinito attaccamento alla maglia, lavorando costantemente con estrema umiltà per trasformare quei dissensi in applausi.
Ha raccolto l’eredità di Montervino, prendendo in consegna quella fascia che per lui significa “vita” nel purgatorio della Serie B.
Da allora, le sue lacrime hanno sancito ogni momento importante della storia recente di questa squadra. Sono state le lacrime di tutti i tifosi, di un’intera città, affamata di riscatto e vogliosa di ritornare a ricalcare i campi dell’Europa calcistica che conta, quelle che hanno bagnato il campo di Genova, nel giorno della risalita in Serie A. Promozione festeggiata come uno scudetto, con caroselli e baccanali per strada, tatuata sul corpo del suo capitano, insieme al nome dei suoi figli, perchè è stata la prima importante vittoria di Paolo “condottiero del Napoli”.
Stesso copione, ma mai scontato nè tantomeno accompagnato da prevedibili emozioni, si è ripetuto alla fine del campionato scorso, quando, al termine di Napoli-Inter, gli azzurri conquistarono quel punto utile per consentirgli di terminare il campionato al terzo posto in classifica entrando, così, per la porta principale nella più prestigiosa competizione calcistica europea. Ancora lacrime, anche quella sera, bagnano gli occhi di Paolo, azzurri come il suo cuore, perchè lui figlio di questa terra, sa quanto vale per la sua gente quello che hanno conquistato.
Per lo stesso motivo vuole fortemente, almeno un’altra volta, sentire suonare, tra le mura amiche, quella “musichetta magica” che i tifosi hanno personalizzato in stile puramente ed unicamente napoletano. “The Champions!”: l’urlo di battaglia del San Paolo che per ben tre volte si è tramutato nel ruggito dei leoni azzurri che non hanno tradito la voglia di calcio che conta dei loro supporter.
La notte dei sogni, sicuramente si.
Il sogno dei napoletani di entrare da protagonisti in un altro stadio europeo, casa dell’ennesima avversaria di lusso.
E’ il sogno di Mazzarri che ha la possibilità di salire sul gradino più alto raggiunto nella sua carriera da allenatore.
E’ il sogno di tutti i calciatori azzurri, ma lo è il sogno per eccellenza dello scugnizzo della Loggetta che da bambino, calciando un pallone per le strade della sua città, la sua Napoli, insieme a suo fratello maggiore, un certo Fabio Cannavaro, diceva: “sarò il capitano del Napoli e giocherò la Champions!” E Fabio replicava: “e io sarò capitano della Nazionale e vincerò il Mondiale!”
Fabio per primo lo ha realizzato quel suo sogno, in occasione del mondiale di Germania 2006 e stasera ci sarà anche lui al Madrigal, com’è giusto che sia, per assistere alla probabile coronazione del sogno che suo fratello Paolo cova dentro di sè da una vita intera.
Il Natale, si sa, è la festa dei bambini, caratterizzata dall’esternazione dei desideri, più o meno realizzabili, che divengono verbo attraverso la famigerata “letterina a Babbo Natale”.
La letterina che tutti i tifosi del Napoli, bambini e non, virtualmente hanno scritto contiene, senza dubbio, un unico, grande desiderio: il passaggio del turno di Champions.
Stasera, tutta la Napoli calcistica, chiede a Babbo Natale di realizzare il sogno di quel bambino di nome Paolo.
Luciana Esposito