Mettendo da parte l’analisi del match per un momento, ci piace esordire con un premessa che vuol essere un messaggio d’amore e di gratitudine: un grazie di cuore al Napoli per aver dato alla città il prestigio che se n’è ricava da un traguardo così importante come il passaggio tra le 16 migliori d’Europa. Mai la storia aveva dato questa gioia, ed oggi, 7 Dicembre 2011, possiamo finalmente scrivere questa data al pari di quelle dei traguardi vincenti raggiunti in quasi un secolo di vita di questa prestigiosa società che annovera 6 milioni di tifosi in tutto il mondo e che rimane il simbolo di una cultura forgiata sul sacrificio e sulla mediazione estrema pur di sopravvivere alle vicissitudini di tutti i giorni . Il match che non t’aspetti è stato inscenato stasera. Un Villarreal quanto mai tignoso e autoritario ha messo alle corde un Napoli teso ed impacciato per buona parte della prima frazione, dove solo a tratti è venuto fuori, con timide reazioni, sterili e fini a se stesse. Le fasi principali del primo tempo non possono però che comprendere il fallo di Zapata su Lavezzi che avrebbe meritato un cartellino di colore diverso, se fosse stato considerato come si sarebbe dovuto, cioè ultimo uomo, oppure semplicemente valutando in modo approfondito un intervnto ai danni di una chiara occasione da gol. Poco importa perchè Lavezzi nella ripresa si sobbarca sulle spalle mezza difesa dei “gialli”, soperendo così alla serata no di Cavani, ed innescando un meccanismo che alla lunga ha scosso in maniera determinante i propri compagni, a partire da Inler, spettatore non previsto per una parte della gara, tramutatosi in uomo della provvidenza a 20 minuti dal termine della gara. Apriti cielo. Da quel momento gli azzurri si sono appropriati delle chiavi del match, sciorinando manovre precise ed efficaci, puntando alla quantità ed alla gestione del risultato, fino al definitivo raddoppio, dove Hamsik, ottimo in fase di costruzione, e dedito ad un sacrificio che alla fine risulterà determinante, la mette dentro a due passi dopo una palla filtrante del Pocho direttamente da calcio d’angolo. Il 2-0 è una mazzata per i sottomarini gialli, tanto è vero che al Napoli resta solo contenere e sfibrare le manovre d’attacco degli spagnoli, in modo da non alimentare velleità pericolose. Ottimi tutti, stasera a partire dai tre di difesa Campagnaro Cannavaro e Aronica, precisi, puliti e puntuali, fino a Maggio e Zuniga, pendolini instancabili sulle corsie, da Gargano tirato a lucido come spesso vorremo vederlo, a ,De Sanctis, autore di un miracolo nel finale, una parata a mano aperta a smanacciare un pallone forte, angolato e potente che avrebbe potuto aprire scenari pericolosi nel finale. A Mazzarri non perdoniamo l’unica sciocchezza della serata, quando è stato espulso, reo di aver strattonato un giocatore avversario per favorire la concessione di un fallo laterale. Probabilmente la tensione e lo stress gli hanno giocato un brutto scherzo, certo è che un allenatore, in ambiente europeo, dovrebbe mantenersi candido al cospetto di tali palcoscenici; anche per il tecnico è una fase di crescita e apprendimento attraverso le varie esperienze. Di certo dobbiamo per forza di cose convenire che “Walter il mago” ha messo molta farina del suo sacco in questo progetto vincente. Si sono spalancate le porte degli ottavi, la fase calda partirà a Febbraio, e la settimana prossima sapremo chi sarà l’avversario azzurro. A questo punto c’è il tempo ed il dovere morale di ripartire in campionato e cercare di rosicchiare punti che abbiamo perso strada, ripristinando così i giusti valori. Aggiornate gli almanacchi, rivedete le storie sui successi azzurri, scrivete quest’ultima pagina e lasciatene molte in bianco…il cammino è lungo.