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Altro che fine de juego: il Barcellona espugna il Santiago Bernabeu per 3-1 e si aggiudica l’ennesimo Clàsico degli ultimi tre anni. In virtù di questo successo gli uomini di Guardiola agganciano quelli di Mourinho in vetta alla classifica, e si ricandidano prepotentemente come i dominatori di Spagna, d’Europa e del mondo.

La partita, caratterizzata sempre da una forte, e in alcuni casi eccessiva, carica agonistica, era iniziata nel migliore dei modi per il Real Madrid poiché dopo appena ventiquattro secondi Benzema, complice una serie di errori della difesa blaugrana, aveva infilato Victor Valdes e mandato in visibilio i tifosi della Casa Blanca. La gioia è durata lo spazio di trenta minuti, il tempo necessario affinchè il Barcellona oliasse bene gli ingranaggi della sua incredibile manovra. Ristabilito il pareggio con un gol di Sanchez assistito alla perfezione da Messi, la sfida si è ulteriormente incattivita facendo crescere a dismisura la tensione.

Tensione che non è scemata nel corso della ripresa anche a causa di interventi e contrasti di stampo madrileno al limite del regolamento. Una situazione divenuta consuetudine in quella che viene definita “la partita più bella del mondo”, e che trova ogni volta i medesimi protagonisti: Pepe, Xabi Alonso, Sergio Ramos, Diarrà. Cristiano Ronaldo ha perso nuovamente il duello con Lionel Messi. Nei match decisivi il portoghese, sebbene sia un fuoriclasse, mostra ancora evidenti limiti caratteriali che pregiudicano la sua spiccata personalità e minano gli infiniti prodigi tecnici del suo repertorio. Tutto ciò non ha fatto altro che benficiare la spinta offensiva del Barcellona, consentendo prima a Xavi e poi a Fabregas di calare il sipario sulla gara.

SPOTLIGHT ON

REAL MADRID: prima di questa sconfitta, la formazione allenata da Jose Mourinho aveva avuto un cammino immacolato sia nella Liga che in Champions. Se il Napoli incrocerà i guantoni con questa compagine stellare dovrà focalizzarsi principalmente su come deteriorare la componente emotiva del gruppo madrileno, oltre che avere un atteggiamento tattico pressocchè perfetto. A conti fatti, l’estrema irascibilità di alcuni elementi potrebbe essere l’unico vero punto debole a favore dei partenopei.

BARCELLONA: ad inizio stagione c’era la sensazione che il Barcellona non avrebbe ripetuto gli strabilianti successi del passato recente, soprattutto in coincidenza con l’emergere di nuove e vecchie pretendenti sul palcoscenico nazionale e internazionale. In realtà quella non era altro che una fase di rodaggio capace di confermare, col passare dei mesi, la vincente idea di gioco dei “marziani” blaugrana. Se il Napoli vorrà tentare di proseguire il suo cammino in Champions avrà una sola speranza: che l’urna di Nyon sia benevola e non scelga proprio i catalani. Gli azzurri sanno già cosa significa subire una “manita”…

Giorgio Longobardi

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Articolo modificato 11 Dic 2011 - 14:04

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Scritto da
redazione