Passata la trasferta di Novara, ed in attesa della partita in campionato che vedrà il Napoli opposto alla Roma di Luis Enrique, l’attenzione del Napoli e dei tifosi napoletani sarà sicuramente focalizzata su quanto succederà a Nyon, Venerdì 16 Dicembre, quando l’urna designerà l’avversario che il Napoli fronteggerà negli ottavi di finale di Champions League.
Le avversarie che si potranno trovare di fronte alla compagine di Mazzarri hanno un coefficiente di difficoltà assai variabile che va dall’Apoel Nicosia, assoluta sorpresa della fase a gironi, al Barcelona di Guardiola e Messi, la candidata più credibile alla vittoria finale, passando per Real Madrid, Arsenal, Chelsea e Benfica, lasciando fuori dall’urna sia Bayern Monaco (vincitrice del Gruppo A, lo stesso del Napoli), e l’Inter che, per regolamento, non può essere affrontata prima dei quarti, poiché della stessa nazione.
Dunque le scelte sono sei: due spagnole, due inglesi, una portoghese ed una cipriota.
La speranza è quella di ricevere un “trattamento” migliore rispetto a quello avuto ad Agosto; perché, certo, adesso parliamo di un Napoli qualificato agli ottavi, ma ad Agosto erano decisamente pochi quelli che credevano ad un Napoli avanti a dispetto di squadre di elevata caratura internazionale quali Bayern Monaco, Manchester City e Villareal. Parlavano tutti del “girone della morte”, di sfortuna e delle remote possibilità che il Napoli riuscisse almeno a centrare il traguardo dell’Europa League o, quanto meno, di uscire dalla competizione con dignità ed onore. E’ stato fatto anche di più ed i meriti appartenenti al Napoli sono stati talmente evidenti da ottenere elogi soprattutto da chi, dal Napoli, è stato fatto fuori, come nel caso del Manchester City, squadra allestita da qualche anno a questa parte sotto il segno del denaro ma che, in campo internazionale, paga ancora lo scotto dell’inesperienza a certi livelli e soprattutto della presunzione di chi ha creduto che con il denaro le porte della vittoria venissero spalancate a comando. Niente di più falso.
Proprio in virtù dell’esperienza che il Napoli si è costruita nelle sei partite della fase a gironi, adesso gli azzurri dovranno affrontare a testa alta anche quest’altro ostacolo che si frapporrà tra loro e i quarti di finale.
Il Benfica è, come il Villareal, un’altra vecchia conoscenza del Napoli targato De Laurentiis visto che nel primo turno della UEFA 2008-2009, i portoghesi uscirono vincitori dal doppio confronto con gli uomini allora guidati da Reja.
Dell’Apoel Nicosia si sa relativamente poco. Matricola in Champions e addirittura qualificata come prima del suo girone a scapito dello Zenit San Pietroburgo di Spalletti (giunto comunque secondo), del Porto (favorito del girone, ma arrivato terzo) e dello Shaktar Donetsk di Lucescu. Certo, tra le sei possibili scelte, la cipriota sarebbe sicuramente la squadra più gradita al Napoli, ma attenzione a non sottovalutare l’entusiasmo e la voglia di sorprendere dell’Apoel, che sono le stesse armi con cui il Napoli ha avuto la meglio su Manchester City e Villarreal che ad Agosto erano sicuramente più accreditate degli azzurri per un eventuale passaggio del turno.
Occhio, nell’eventualità dovesse il Napoli affrontare l’Apoel, ai due attaccanti: Almeida e Manduca, protagonisti della storica qualificazione che, con i loro gol hanno trascinato la loro squadra agli ottavi.
Le due spagnole meritano un discorso a parte. Attualmente, per qualità di gioco espressa e per valore della rosa a disposizione di Mourinho e Guardiola, il Real Madrid e il Barcelona rappresentano uno standard che, onestamente, non è alla portata del Napoli. Troppo grande il numero di individualità da tenere sotto controllo e troppo elevato il tasso tecnico da contenere nell’arco di 180 minuti. Contro queste squadre, talvolta, non basta la partita perfetta, così come le ama definire Mazzarri. Il pallone non è una scienza esatta ma riuscire ad evitare il Real ed il Barca non sarebbe cosa da poco. Non ci resta che aspettare venerdì per conoscere il futuro europeo del Napoli ma, per il momento, rimane una sola cosa da dire: fieri di esserci!
ANTONIO SALVATI