VARGAS, IL“RE DI COPPA”: alla scoperta della carta vincente di De Laurentiis. VIDEO

Il Sud America è da sempre il continente da cui si attinge il maggior numero di calciatori non europei, ma solo una percentuale minima rappresenta il numero di questi ultimi che sono già calcisticamente completi, fenomeni su cui puntare ad occhi chiusi. Per il resto, si parla, tradizionalmente, di calciatori di belle speranze, di promesse calcistiche per gli anni a venire, di calciatori che devono “farsi le ossa”, oppure semisconosciuti che, lasciando giovanissimi il “nido”, tentano l’avventura europea cercando gloria e soprattutto denaro.
Eduardo Vargas fa parte della prima schiera, di quelli che sono già pronti per poter calcare i migliori campi d’Europa, e soprattutto, poterlo fare da protagonista.
La stampa e gli addetti ai lavori hanno già vestito l’attaccante cileno della maglia del Napoli, ma una legge non scritta del mercato, concede il beneficio del dubbio, almeno fin quando la carta non “canta”. Solo allora, quando il giocatore vestirà la casacca partenopea e sarà agli ordini di Mazzarri potremmo raccontare di Eduardo Vargas, nuovo attaccante del Napoli.
Si può, comunque, parlare del Vargas attaccante dell’Universidad de Chile, squadra fresca vincitrice della Copa Sudamericana 2011 (omologo dell’Europa League), torneo grazie al quale l’attaccante è balzato agli onori della cronaca, ed il cui nome è finito sui taccuini degli osservatori delle migliori squadre europee, a suon di reti.
Vargas è un attaccante classe 1989, che ha iniziato la carriera nel Cobreloa, squadra cilena in cui ha militato dal 2006 ad inizio 2010, segnando 10 gol in poco più di 50 partite. Si trasferisce all’Universidad de Chile dove, nel 2011, esplode in tutta la sua classe cristallina: 17 reti tra campionato e Coppa del Cile e soprattutto 11 reti in Copa Sudamericana che hanno consentito all’Universidad di sollevare al cielo il suo primo alloro continentale.
Una cavalcata trionfale, quella in Coppa, partita addirittura dal Limbo dei preliminari, dove l’Universidad de Chile affrontò gli uruguaiani del Fenix. Fu una rete di “Turboman” a regalare la vittoria ai suoi con un gesto atletico di rara bellezza; un aggancio volante seguito da un colpo di testa a scavalcare il portiere. Gol e qualificazione al primo successivo, in virtù del pareggio a reti bianche maturato nella gara di ritorno.
In Uruguay, gli uomini di Sanpaoli, vinsero per 2:0 e “Turboman” piazza il suo primo acuto fuori dalle mura amiche. Si catapulta su un cross da sinistra e piazza di mezz’esterno sul secondo palo: altro gol da cornice che aprì all’Universidad le porte degli ottavi.
Ottavi in cui Vargas e compagni sono attesi dall’esame durissimo del Flamengo di Ronaldinho. Tutto lasciava presupporre ad un uscita prematura dei cileni, destinati ad essere vittime sacrificali sull’altare dei brasiliani, ma fu probabilmente al Gavea di Rio de Janeiro che “la Joya” (altro soprannome attribuito a Vargas) si esaltò e iniziò ad attrarre su di se le attenzioni delle big d’Europa. Fu un 4:0 in terra brasiliana e il (si spera) prossimo attaccante del Napoli piazza una doppietta da sogno.Tutto in due minuti: il primo gol, da uomo d’area, sfruttando un assist di testa dal compagno ed anticipando il suo diretto marcatore, il secondo gol, invece, lo vede involarsi palla al piede fino all’area di rigore insaccando poi, con estrema lucidità, con un tocco morbido. Gol meraviglioso che, per movenze, ricorda lo Shevchenko degli anni d’oro.
La gara di ritorno è poco più di una formalità, che vide Vargas e compagni comunque vittoriosi per 1:0 e tenendo ancora inviolata la roccaforte di Santiago del Chile. Fu di Diaz la rete decisiva.
Ostacolo argentino nei quarti, l’Arsenal Sarandi ma, come si dice, cambia la forma e non la sostanza; i cileni passano per 2:1 a Buenos Aires e Vargas piazza il suo colpo allo scadere del primo tempo: lanciato in profondità, il centravanti liquida il portiere avversario, uscito alla disperata, con un dribbling delicato quanto efficace e deposita nella rete sguarnita. Qualificazione costruita all’andata, ma cementata, tra le mura amiche, al ritorno. Fu un 3:0 che non lascia molto spazio alle interpretazioni. E come sovente è accaduto l”la Joya” si è assunto l’onore e l’onere di portare in vantaggio i suoi, piazzando il pallone all’incrocio dei pali alla sinistra del portiere ospite, tra le proteste dei giocatori avversari a causa di un presunto fuorigioco. Castro e Canales chiusero il discorso che riprese poi in semifinale.
Il Vasco da Gama fu l’ostacolo che si frappose tra l’Universidad e la finalissima. Squadra tosta, quella carioca, che ha lottato fino alla fine per il titolo brasiliano.
All’andata, in Brasile, finì 1:1 in una di quelle poche volte che Vargas non è comparso nel tabellino dei marcatori. Si rifece però al ritorno quando portò la sua squadra sul 2:0 (risultato finale) entrando di prepotenza su un cross da sinistra. Universidad de Chile che entra nella finalissima e nella storia del calcio cileno.
Prima di alzare il trofeo ci sarebbe stato un ultimo ostacolo da superare, e nemmeno da poco: l’LDU Quito. La compagine ecuadoregna è sicuramente quella che nel corso di questi ultimi cinque anni si è evoluta in maniera esponenziale, avendo vinto tra il 2008 e il 2009 sia la Copa Libertadores che la stessa Copa Sudamericana; una squadra avvezza alle finali dunque, ed esperta a sufficienza per mettere in difficoltà una matricola come l’Universidad.
Ci voleva, per i cileni, il calciatore che spostasse gli equilibri, e che da solo avesse fatto la differenza. Fortuna loro che tra le loro fila avessero Eduardo Vargas che non sentì il peso della finale e giocò con la scioltezza e l’esperienza di chi, queste partite, ce le ha nel DNA.
Come da copione, già letto e riletto, l’Universidad passa a Quito per 1:0 con una rete, nemmeno a dirlo, di Vargas che, scattato sul filo del fuorigioco, dribbla il portiere e insacca a porta vuota. Delirio cileno e Vargas-Mania, grazie alle reti ed alle giocate con cui l’attaccante ha entusiasmato Santiago, il Cile ed il Sud-America tutto. Talento luminoso destinato a sbarcare in Europa, dopo aver stregato tutti gli operatori di mercato delle squadre del Vecchio Continente, tra cui anche il Napoli di De Laurentiis, da sempre innamorato del calore dei sudamericani, considerati alla stregua di napoletani, per carattere, stile di vita e calcisticamente parlando, per il loro modo di giocare a calcio. Vargas, di sicuro, non esula da questo modus-operandi.
Ma l’opera iniziata alla Casa Blanca di Quito non poteva essere lasciata a metà; bisognava, pertanto, chiudere i conti a Santiago, davanti al 70.000 che normalmente popolano gli spalti dell’Estadio Nacional de Chile. 
Detto, fatto: la “U” devasta l’LDU, battendoli per 3:0 e Vargas sceglie la partita più importante per regalarsi e regalare ai suoi tifosi la sua prestazione migliore. Due reti e un assist vincente il suo bottino. Bastano tre minuti al talento cileno per insaccare il gol del vantaggio, scaricando in rete un assist da destra. Il secondo gol personale invece, quello che sancisce la vittoria definitiva dell’Universidad, non poteva essere più bello: pallone preso sulla tre-quarti avversaria, uno, due, tre avversari superati di slancio ed una volta in area di rigore, Vargas supera il portiere con un esterno destro preciso e potente. Grandissima rete, e grandissima vittoria per l’Universidad de Chile che meritatamente trionfa, sotto il segno del suo uomo più talentuoso: Eduardo “la Joya”VargasLa speranza di tutti i tifosi del Napoli, adesso, è che questo ragazzo mantenga fede a quanto di eccellente ha già fatto vedere, e se possibile di migliorarsi. Il tempo e le qualità tecniche depongono a suo favore e se De Laurentiis ha deciso di investire così forte su di lui (si parla di circa 15 milioni di Dollari, 11 milioni di Euro, al cambio) vuol dire che il ragazzo ha i numeri giusti per dare al Napoli ulteriore qualità ed alzare il proprio tasso tecnico, per poter risalire in Campionato e perché no, dare anche un po’ più di fastidio al Chelsea.
Naturalmente, se carta “canterà” e sarà ufficializzato il trasferimento di Vargas, il “Re di Coppa” al Napoli.
Antonio Salvati

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