Lasciate perdere il Natale, il Presepe degli armeni, tutti i luoghi comuni sacri e festaioli: il riscatto del Napoli si chiama dignità, orgoglio, e semmai vogliamo richiamare il sacro, facciamoci non natalizi ma… pasquali: Resurrezione. Sette punti in sette partite, prima, ovvero un modo come un altro per vanificare le ore radiose della Champions, mortificare notti magiche vissute con passione e applaudite in tutto il mondo. segue dalla prima
Quando dire “io son di Napoli” aveva un valore in più: grandi anche nel calcio. Mazzarri ha parlato di streghe dopo aver patito un’amara sconfitta con la Roma, e io ho parlato di magìa, evocando (e invocando) le arti magiche del miglior Mazzarri che ho conosciuto e che stavo malamente perdendo; dicevo: ridai un’anima a questa squadra, Walter, cancella le troppe sconfitte, il malanimo dei disfattisti e il veleno delle malelingue che ti vogliono in guerra col mondo intero e col grande Aurelio. Dicevo, poco convinto, perché nel frattempo l’Uomo di San Vincenzo andava intristendosi in polemiche dozzinali. E invece, come aveva promesso, è stato riscatto, è stata resurrezione, e non con una squadra qualunque bensì contro l’amico/nemico Genoa, coriaceo, fastidioso, catenacciaro con intelligenza. Ieri no, ieri inutilmente arroccato davanti ai Due Tenori restanti che – ne son sicuro – han segnato per lui, per il Pocho ferito, Cavani innanzitutto, eppoi Hamsik, a loro volta trascinati nel vortice della sconfitta e già toccati da critiche ingenerose. Come capita anche a Napoli, quando perdi e molti si dimenticano le belle vittorie. Lo dicevo ai miei amici, sere fa: non buttate anche il bambino, con l’acqua sporca, picchiate duro sugli azzurri di campionato, premiate con entusiasmo e con onestà i signori della Champions e il loro trascinatore, iersera tornato mago. Ma adesso che vi abbiamo visti così belli e feroci, dovrete esserlo anche nell’anno che verrà. Senza più alibi. Con quello spiritaccio del Mazzarri che non ha voluto celebrare il gemellaggio col Genoa e anzi, dicendo “chi se ne frega”, ha gridato: VINCERE.. E ha vinto.
Fonte: Il Roma.net