NAPOLI PARMA – Tra i migliori direttori sportivi del campionato, arrivati ormai a questo punto del mercato, andrebbe annoverato anche Daniele Faggiano, attualmente in forza al Parma. Che non sarà un top team né tanto meno una candidata alla qualificazione in Champions, ma che ha messo in piedi una squadra niente male a costo zero. Solo bravura? No. Alla base del mercato del Parma c’è un’evidente sinergia con il Napoli. Un’asse che ha portato frutti ad entrambi. Ai ducali, che hanno allestito una squadra per la permanenza nella categoria, e agli azzurri, che si sono liberati di qualche esubero in rosa.
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NAPOLI PARMA, INGLESE E GRASSI AD UN PASSO DAI DUCALI
Nella formazione tipo del Parma, dunque, figurano ben quattro innesti arrivati direttamente dal Golfo. Sepe è stato il primo a raggiungere l’Emilia-Romagna, l’ha seguito Ciciretti. Gli ufficiali, al momento sono loro. Ma tra la serata di oggi e la mattinata di domani dovrebbero arrivare altre due ufficialità: quelle di Alberto Grassi e di Roberto Inglese. Quattro elementi che comporranno la spina dorsale del nuovo Parma. Quattro elementi, soprattutto, a costo zero: quasi tutti, infatti, arrivano a zero.
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Non è la prima tappa della sinergia con il Parma, costruita nell’ultimo anno. I ducali, infatti, avevano in passato già ospitato Ciciretti (per la prima volta), Roberto Insigne, Jacopo Dezi e Armando Anastasio. Un asse importante che non si è limitato a questi nomi: il Parma aveva valutato l’ingaggio di Tonelli, ritenuto poi economicamente impraticabile, mentre il Napoli s’era interessato a Frattali come terzo portiere, prima che l’infortunio di Meret complicasse i piani.
NAPOLI PARMA, L’ASSE SI CONSOLIDA
Non è l’unica “amicizia” coltivata dal Napoli: ottimi rapporti sono stati infatti stretti con il Carpi, con cui vengono completate tante operazioni minori (Machach, poi rientrato per motivi disciplinari, Tutino, poi finito al Cosenza, sono solo gli ultimi nomi) e il Chievo.
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Di sicuro, sono cambiati i tempi in cui era il Napoli a cedere al Parma i suoi pezzi pregiati (vedi Cannavaro) per allontanare l’incubo del fallimento. Ora, l’asse s’è capovolto: gli azzurri hanno raggiunto un altissimo livello di competitività, a dimostrarlo è il fatto che elementi ritenuti esuberi giocheranno da titolari in Serie A.
Serviranno ad aumentare un bacino da cui pescare talenti e non solo oppure queste alleanze si riveleranno fini a loro stesse? Soltanto il tempo potrà dirlo.
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