Pur non volendo vivere di eccessivi pragmatismi, è opportuno, in fase embrionale, evidenziare alcuni aspetti relativi all’approdo di un giovane di belle speranze in una piazza difficile come Napoli. Il Ds Bigon lo ha già ribadito più volte che “ha 22 anni, va lasciato tranquillo senza caricarlo di eccessive responsabilità. Nessuno gli mette pressione o fretta, va a rinforzare un reparto pieno di campioni ” ma è pur vero che “l’esame”, la prova del fuoco spetta valutarla alla platea partenopea, spesso giudice intollerante e spietato di un giocatore, pronto a celebrarne le gesta o screditarne anche il semplice ingresso in campo. E’ tempo di maturazione anche sotto questo aspetto, la squadra di Mazzarri è oramai ai vertici già da 3 anni a questa parte, ed il passaggio ad un livello più alto va compiuto anche sotto l’aspetto critico. E’ chiaro che il messaggio passi principalmente attraverso la moltitudine di fonti giornalistiche napoletane, le quali spesso vincolano il pensiero della massa conducendolo ad una univoca sentenza, ma è bene educare a priori il pubblico azzurro, che è sicuramente competente e preparato per poter dare un giudizio attendibile e non affrettato, se supportati da una corretta visione di giudizio quando si tratta di valutare un giocatore. Con ogni probabilità ci troviamo di fronte ad uno dei migliori giovani del panorama calcistico extraeuropeo, molti dei critici calcistici lo hanno indicato come un giocatore con potenzialità da campione, accostandolo ai vari Sanchez, Lavezzi, al giovane Inzaghi e via dicendo. Ma ci teniamo a battere sul punto relativo alle aspettative, le quali dovranno essere lungimiranti e mai affrettate su giocatori come il cileno, ricordandosi che viene da una dimensione calcistica molto diversa rispetto a quella italiana, dove i tatticismi sono doverosi e il principio di molti moduli di gioco si basa su di un aspetto difensivista come principale chiave di lettura, spesso chiudendo in vere e proprie trappole giocatori abili e guizzanti come dovrebbe esserlo Vargas, senza dimenticare l’aspetto fisico sovrastante dei difensori del campionato italiano, arcigni e difficili da superare. Insomma il compito che aspetta Vargas non è di quello più semplici, ancor di più prendendo in considerazione i vari aspetti sopra citati. Pertanto, con le dovute proporzioni e con i giusti metri di giudizio, la platea azzurra dovrà superare un’altra prova di maturità, questa volta sotto l’aspetto della comprensione attraverso competenze che solo l’esperienza a certi livelli è in grado di conferire. Giudizi procrastinabili e attendibili aiuteranno il giocatore a calarsi nel ruolo con la giusta gradualità, senza cercare di bruciare le tappe per non deludere le aspettative. D’altronde, gli avanti del Napoli non sono certo da “primo pelo” o in attesa di una svolta tattica; gli uomini ci sono e l’artiglieria pesante è ben fornita. Ansie inutili e controproducenti sono nemiche di una costante crescita di un gruppo, sopratutto quando si parla di giovani di grandi prospettive. Troppi sono i calciatori che hanno calcato il prato del San Paolo ed hanno subito un trauma professionale dovuto dalle eccessive critiche dell’opinione pubblica, che non ha reso possibile concretizzare le potenzialità del campioncino di turno. Diamo il benvenuto a Vargas, ed aspettiamolo a braccia aperte quando il frutto del lavoro dello staff di Mazzarri sarà completato, per il bene della squadra e per le sorti della carriera del giocatore.
Articolo modificato 4 Gen 2012 - 10:40