In questa domenica di ripresa del campionato abbiamo voluto sentire le impressioni su questa prima parte di stagione, sul nostro Napoli e su tanti altri temi di un noto giornalista sportivo, tifosissimo della Juve, Darwin Pastorin. Pastorin, nato a San Paolo in Brasile ma di origini venete, ha iniziato con il Guerin Sportivo per poi restare vent’anni a Tuttosport, ha poi ricoperto il ruolo di direttore della redazione sportiva prima di Tele + e poi di Stream. E’ divenuto direttore della testata sportiva La7 sport nel 2006. Dal 2009 ricopre il ruolo di direttore responsabile dell’emittente piemontese “quartarete”.
Ciao Darwin, il 2012 si apre festeggiando il centenario del Guerin Sportivo. Che ricordi hai?
“Ho iniziato il mio praticantato al Guerin Sportivo di cui ho dei ricordi fantastici. Mi segnalò ad Italo Cucci Giovanni Arpino (scrittore torinese ndr) chiedendogli, con una lettera, se cercasse un ragazzo su Torino. Cucci mi mise alla prova facendomi scrivere un primo articolo che uscì sul guerino nel settembre del 1976 con il titolo “Gli anti-stranieri” che era un’intervista a Cabrini, Tardelli e Alberto Marchetti. Sono rimasto al guerino fino al novembre del 1979, quell’esperienza è rimasta una palestra non solo di vita ma anche di cultura. Successivamente sono stato assunto a Tuttosport dove sono rimasto per venti anni prima di cominciare l’avventura televisiva”.
Per Tuttosport hai seguito i Mondiali di Spagna 82.
“Spagna 82 è stata la mia prima trasferta importante, precedentemente avevo seguito nel 1981 il mundialito per nazioni in Uruguay vinto proprio dalla Celeste. Uno dei più grandi ricordi che ho del mondiale dell’82 era che io in tribuna stampa avevo al mio fianco autentici giganti come Giovanni Arpino, Oreste Del Buono, Mario Soldati e Gianni Brera. Tutto divenne ancora più bello con la vittoria finale dell’Italia nonostante un inizio pessimo”.
Vittoria finale passata anche per la vittoria ai quarti di finale contro il tuo Brasile.
“Si io ero diviso tra i miei due grandi amori. Sembrava una partita dall’esito scontato. Io avevo seguito, nella prima fase, il Brasile a Siviglia, poi avevo seguito Brasile-Argentina e poi la sfida con l’Italia. In quella partita ci fu la rinascita di Paolo Rossi, quasi come in un romanzo, un giocatore bistrattato che nessuno voleva. Fino a quel momento in tutta la storia del calcio brasiliano non c’era mai stato un giocatore che aveva segnato tre reti nella stessa partita alla nazionale verde-oro.
Poi seguì la semifinale della Germania per poi assistere alla finale allo Stadio Bernabeu. E nel momento in cui i giocatori italiani salivano le gradinate per ritirare le medaglie e la Coppa ci fu un abbraccio tra me e Claudio Gentile con cui eravamo molto amici”.
Arrivando ai giorni nostri come giudichi questa prima parte del campionato?
“Ieri abbiamo assistito ad un fatto normale con la vittoria dell’Inter. La cura Ranieri sta facendo bene segnando anche la rinascita di Milito, in contrapposizione abbiamo assistito al crollo della Lazio che è sorprendente. Comunque non è come abbiamo cominciato il campionato ma è importante in che maniera lo abbiamo lasciato il campionato, con uno scandalo che secondo me è soltanto l’inizio e che potrebbe riservare sorprese amare. E’ uno scandalo vergognoso questo per il calcio, non c’è più rispetto per i tifosi, non c’è più rispetto per l’etica e non c’è più rispetto per le regole del gioco. Soprattutto per i tifosi. Immagina i sacrifici che sopporta una famiglia per assistere ad una partita di calcio, tu gli devi garantire l’onestà, non importa vincere o perdere o pareggiare ma l’ importante è che sia un gioco pulito. Dispiace vedere dei giocatori che rappresentavano delle bandiere essere coinvolti in questo scandalo. Aspettiamo gli esiti del processo ma comunque resta tanta malinconia”.
Del Napoli di De Laurentiis e Mazzarri cosa ne pensi?
“Non posso che parlarne bene perchè il Presidente sta creando un Napoli che in poche stagioni riuscirà a far rivivere al San Paolo i fasti Maradoniani. Indubbiamente la squadra è una squadra forte e divertente con calciatori di altissimo livello dal punto di vista tecnico. Secondo me manca ancora qualche giocatore in difesa per poter creare il grande Napoli”.
Questo andamento altalenante tra Champions e campionato come lo giudichi? Pensi che la Champions abbia tolto tanti punti?
“La Champions non può che far bene. L’essere andati avanti in Champions fa onore al Napoli perché ha dimostrato già adesso di essere una grande squadra di carattere forte e determinata, capace di essere superiore ad un girone che sulla carta era proibitivo. Questo non può far altro che far bene. Far bene in Champions è un’iniezione di fiducia per far bene anche in campionato. Io sono convinto, e l’ho detto in tempi non sospetti, che si sta avvicinando il ritorno al successo e ai risultati che contano. Successi che il Napoli merita come città, come squadra e perché c’è una passione che a me ricorda gli stadi brasiliani di serie A di quando ero bambino”.
Una città che a volte viene bistrattata per dei luoghi comuni.
“Questa è una vergogna. I luoghi comuni sono l’arma di chi non ha argomenti”.
Lavezzi ieri ha rilasciato un’intervista ad un quotidiano argentino dicendo: “Napoli mi ama ma resterà per sempre la città di Diego”. Immagino che tu non possa che condividere queste parole?
“Sono sicuro che resterà per sempre la città di Diego perché Diego è stato qualcosa di straordinario non soltanto per Napoli ma per tutti quegli anni che in Italia il calcio ha rappresentato un eldorado con la presenza di campioni come Platini, Zico, Falcao e i campioni dell’82. Anche oggi vengono fatti dei paragoni con Messi, ma Maradona vale due volte Messi”.
Come vedi l’acquisto del Napoli del cileno Vargas?
“Straordinario. Rappresenta l’ennesima pedina di questo mosaico che stanno costruendo Mazzarri e De Laurentiis”.
E’ già pronto per il campionato italiano?
“Secondo me si. Al 100%”.
E di Mister Mazzarri che considerazione hai?
“Mi piace molto perché a me piacciono gli allenatori veri, quelli ruspanti che sanno come tenere unito uno spogliatoio e che non hanno le paranoie culturali di Mourinho che si nasconde dietro quattro citazioni a cui qualcuno abbocca”.
Passiamo alla tua prima squadra del cuore, la Juventus?
“E’ matura per lo scudetto, dobbiamo comunque aspettare Lecce. Con Conte la squadra è cresciuta sotto l’aspetto caratteriale e mentale, ha dimostrato di essere un leader così come lo era quando scendeva in campo con la fascia da capitano. E’ uno che non guarda in faccia a nessuno. La Juve è la squadra, per adesso, imbattuta in campionato”.
Il Napoli ancora recrimina per il pareggio 3-3 al San Paolo.
“Lì c’era stata la vampata iniziale del Napoli che poi ha lasciato il campo all’orgoglio della Juve”.
Parlaci del tuo Palmeiras.
“Dopo la figuraccia nell’ultimo campionato vinto dal Corinthias, speriamo di vedere un Palmeiras diverso e capace di vincere qualcosa”.
Pensi che Neymar e Ganso possano essere degli idoli per il calcio brasiliano?
“Neymar sicuramente si, ha dei colpi fantastici ed è pronto per il calcio europeo. Ganso è un giocatore normale”.
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