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Ci sono tanti motivi grazie ai quali il Napoli è riuscito a ribellarsi, a  strattonare ed infine a debellare il sortilegio di Palermo, dove non vinceva da  quarantatrè anni, insieme con quello del successo in trasferta, che mancava da  ottobre scorso (Inter-Napoli 0-3). Una di queste ragioni, la più evidente, si  chiama condizione psicofisica, argomento sul quale lo staff azzurro è stato  spesso portato ad esempio. Mazzarri in questo dopo vacanze di Natale, da sempre molto difficile da  smaltire, è riuscito a risolvere i problemi più immediati di una squadra che ne  contava molti, aggiungendo due attaccanti efficaci (uno, Pandev, già sopra la  righe) ma anche un fondamentale lavoro di puntello per la difesa.
La  svolta
È così che il Napoli ha ritrovato il suo gioco semplice, essenziale,  pulito, ordinato: è quello che difettava a una retroguardia spesso scomposta, a  un centrocampo troppo istintivo e poco razionale tra slanci sovente eccessivi e  frequenti perdite di concentrazione. Insomma la squadra di Mazzarri s’è  ricompattata e adesso non si tira indietro. Perché la vittoria di Palermo, netta  e precisa nella sua fattezza, vanta molti padri e soprattutto due autori – oltre  ai meriti di Pandev per il primo gol – ovvero Hamsik e Cavani. Questi due  fuoriclasse costituiscono l’ossatura di quella formazione essenziale che sa  ottenere notevoli risultati come è accaduto a Palermo in una partita a senso  unico ma particolare. Il Napoli segna quasi a ogni azione. Nessuna delle due  squadre fa molto gioco, pochissimi i tiri. Decidono la convinzione, la forza  fisica, la velocità di gambe e di pensiero. Decide Cavani, in serata strepitosa,  non solo per il gol, ma per il palese ritorno alla condizione ottimale. Neppure  le squadre di testa possono tutte vantare una pedina altrettanto risolutiva:  Pato è lontano con la testa, Matri sembra un comprimario promettente,  Ibrahimovic solo tiene banco al Matador. Detto che il Milan è veramente forte,  la Juve non gli è da meno. L’«anti-Milanotorino» per ora è l’Udinese. Il terzo  incomodo, dopo il posticipo di un indigeribile spezzatino, potrebbe tornare ad  essere la formazione di Mazzarri che con la vittoria di ieri si ricandida alla  corsa per i posti da Champions.
La partita
Vincere a Palermo, uno dei  pochi campi difficili da espugnare, non è facile per nessuno. Certo la squadra  di Mutti non è stata arrembante, veloce, disinvolta, generosa, ma piuttosto s’è  mostrata poco precisa nelle conclusioni e facilmente accerchiabile dalla manovra  partenopea. Dopo un avvio sofferto, trascinato da Cavani, il Napoli è cresciuto  parecchio e ha superato, in blocco e brillantemente, un vero esame di maturità.  La chiave di volta è il Matador. Con lui non esistono le sfumature, le mezze  tinte. O ci sta o non ci sta, o si diverte o non si diverte. Che si diverta lo  dimostra la regolarità con cui segna, ma anche la generosità negli assist e nei  rientri a centrocampo e ben oltre. In più, è un semplificatore di gioco. Con  lui, il Napoli cerca di più la verticalità, la manovra è meno aggirante, meno  condotta per linee orizzontali. Insomma mette insieme il proprio valore aggiunto  con quello di una squadra che, senza lo stress da Champions, può in questi due mesi risalire la classifica e scacciare le ombre che si erano allungate sul  rendimento altalenante in campionato”.

Fonte: Il Mattino

Articolo modificato 9 Gen 2012 - 09:28

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Scritto da
redazione