E’ durato tre ore l’interrogatorio odierno di Cristiano Doni presso la Procura di Cremona di fronte al Procuratore capo Roberto Di Martino.
Il legale del calciatore, Salvatore Pino, ha rilasciato alcune dichiarazioni al termine dell’interrogatorio: “Cristiano ritiene di non aver mai fatto nulla contro la squadra. Non si è venduto le partite, sapeva da terzi del risultato “scritto” di alcune gare. Ha collaborato rispondendo a tutte le domande del pm, che è stato soddisfatto. Cristiano – prosegue l’avvocato – ha sempre giocato per vincere, poi la consapevolezza che qualche partita avesse il risultato già acquisito per altra via, probabilmente lui non avrebbe dovuto averla. Il mio assistito vuole specificare che non si sente un giocatore corrotto e ha ripetuto più volte al procuratore che non si era mai trovato in una situazione del genere, è stato spinto dall’essersi ritrovato in serie B e dal desiderio irrefrenabile di tornare in A”.
Il giocatore ha, quindi, escluso, ancora una volta, il coinvolgimento dell’Atalanta, anche se il dubbio non è stato ancora sciolto dagli inquirenti.
Doni, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe nuovamente tornato a disquisire in merito al rigore “combinato” in occasione della partita Atalanta-Piacenza. Il calciatore, infatti, lo calciò forte e centrale, come da accordi intrapresi con i giocatori della squadra emiliana, in particolare con il portiere Cassano che, quindi, non lo parò, consentendo la vittoria dei nerazzurri. Ma il patto non era con Gervasoni bensì con il portiere del Piacenza: Cassano. E tale decisione fu presa direttamente sul terreno di gioco.
Questo è quanto il legale di Doni sostiene abbia dichiarato il suo assistito. Cassano è uno dei giocatori già citati nei verbali precedenti, ma non ancora iscritto sul registro degli indagati.
“Doni ha in sostanza confermato, arricchendolo con qualche particolare, il contenuto dell’atto istruttorio nei giorni scorsi davanti al Gip Salvini. A proposito di Atalanta-Piacenza – spiega ancora l’avvocato Pino – il risultato era già stato pattuito e Doni ne è venuto a conoscenza in un secondo tempo, ma il fatto di poter portare punti alla sua squadra l’ha portato a commettere un passo falso. Non è stato lui però ad alterare il risultato”.
Ovviamente gli è stato chiesto anche di fornire una testimonianza relativa alla reazione del suo assistito in seguito allo striscione di contestazione a lui indirizzato ed esposto dalla tifoseria bergamasca in occasione della partita casalinga contro il Milan: “l’ Atalanta era il suo mondo, non aveva vita sociale che non fosse legata alla squadra, alla società e alla città e ora avverte che è calato un gelo molto forte che lo amareggia.”
Anche il Procuratore di Cremona, Roberto Di Martino, ha rilasciato alcune dichiarazioni: “Ci sono tanti accertamenti positivi che confermano certe situazioni, anche in riferimento alle nuove partite di serie A. Non ho ancora avuto il tempo di iscrivere nessuno sul registro degli indagati, ma sicuramente lo farò presto. Ci sono tempi tecnici da rispettare.”
Luciana Esposito
Articolo modificato 11 Gen 2012 - 19:03