Come accade in ogni spettacolo che si rispetti, coloro che imperversano “sotto la luce dei riflettori” riscuotono applausi, consensi, sono maggiormente esposti alle critiche.
Sono “i protagonisti” .
Sono coloro che danno un volto alle gesta che, di volta in volta, sono chiamati a rappresentare. Accade nel mondo della recitazione, della musica, della danza, dell’arte, nell’ambito di tutte le discipline racchiuse in questa categoria e, quindi, anche lo sport.
Perchè anche lo sport è un’espressione dell’arte.
Questo, pertanto, è pertinente anche al calcio.
Infatti, sappiamo tutto di Cavani, Lavezzi, Cannavaro, Hamsik, Maggio e di tutti gli altri calciatori del Napoli, perchè sono loro che materialmente danno corpo al lavoro dell’intera “squadra azzurra”.
Sono loro che “ci mettono la faccia”, nel bene e nel male e che vivono e convivono con quell’arma a doppio taglio che si chiama notorietà.
Ma, quello che i calciatori chiamati in campo tramutano in schemi motori finalizzati alla migliore esecuzione delle dinamiche di gioco, è il risultato finale del minuzioso, scrupoloso ed impeccabile lavoro di chi è “dietro le quinte”.
Non è retorica, non è banalità.
Il lavoro dello staff medico e dei preparatori atletici del Napoli deve ricevere il giusto plauso e il doveroso tributo, giacché è esclusivamente merito di questi umili e seri professionisti se il club azzurro è una delle società europee che vanta il minor numero di infortuni.
Perchè tirarli in ballo proprio oggi?
Perchè non dare priorità alle notizie relative alla partita che si disputerà domani piuttosto che stare qui a fare demagogia?
La risposta è semplice, seppur non così scontata.
Oggi in casa Napoli non si vive solo la “semplice” vigilia di un match, ma si celebra la nascita della “punta di diamante” degli artefici dell’impareggiabile lavoro dello staff medico.
Oggi è il compleanno del Dott. Alfonso De Nicola: medico sociale della S.S. C. Napoli, medico chirurgo, specialista in medicina fisica e riabilitazione, specialista in medicina dello sport, fisiatra del Centro De Nicola.
Scusate se è “poca roba!”
Per chi è sempre stato troppo concentrato sulle dinamiche di gioco per “occuparsi” di approfondire la conoscenza di questo grande professionista, mi prendo la briga di descriverlo riportando l’aneddoto che, a mio avviso, meglio ne racconta il “talento”: erano circa 3 anni fa, o forse anche di più, il Napoli giocava a Milano contro i rossoneri, quando l’ex “core ingrato” Quagliarella cade a terra, in seguito ad un contrasto di gioco, riportando la sub-lussazione di una spalla. Per chi non ha molta dimestichezza con il gergo linguistico dei “dottori” significa che la testa dell’omero, quindi la spalla di Quagliarella era “uscita fuori”, anche se non distaccandosi completamente. Un “addetto ai lavori” sa che la prima cosa da fare è “rimetterla a posto”. Manovra delicata, che richiede estrema precisione e sangue freddo.
E come si fa ad eseguire un’operazione simile all’interno di un campo di gioco?
Quagliarella era steso al suolo, dolorante, perchè non è di certo come “sbucciarsi un ginocchio”, non basta un pò di “spray magico” per alleviare il tutto.
Il Dott. De Nicola fa il suo ingresso in campo, accompagnato dallo staff medico, tra le urla e gli schiamazzi dello stadio, noncurante della pressione psicologica e della necessità di “ fare presto” che caratterizza i momenti successivi all’interruzione del gioco per effetto di un infortunio, afferra il braccio del calciatore ed esegue la manovra necessaria per ripristinare la testa dell’omero nella sua naturale collocazione, come se si trovasse all’interno del suo studio e Fabio fosse sdraiato su un lettino, come se non gli volasse neanche una mosca sotto al naso, eppure aveva puntati addosso circa 80.000 occhi.
Francamente non ricordo il risultato finale di quella partita, piuttosto, quello che mi è rimasto ben impresso, è la smisurata professionalità dimostrata dal medico sociale azzurro in quell’occasione.
A modo suo, sul campo del Meazza, il Dott. De Nicola ha eseguito “un gol da cineteca”, seppure realizzandolo in un ambito diverso dal contesto calcistico, ma senza il quale i calciatori che scendono in campo avrebbero “vita breve”.
Affinché tutto funzioni alla perfezione, è necessario che una società disponga dei “migliori talenti” e li collochi a ricoprire i ruoli pertinenti alle loro competenze, dentro al campo, ma anche e soprattutto fuori.
In tale ottica, è giusto e doveroso discostare per un attimo gli occhi dal terreno di gioco, per indirizzare i più sinceri e sentiti auguri a questo impareggiabile professionista.
Buon compleanno Dott. De Nicola!
Luciana Esposito