Strano. E’ il primo aggettivo che viene in mente per descrivere il mercato invernale del Napoli, un mercato partito col botto Vargas nei primi di Gennaio, poi nulla più; le solite voci, il solito chiacchiericcio che vede coinvolti nomi più e meno altosonanti, sia in entrata che in uscita, ma di fatti concreti, poco o nulla.
Strano, perchè nonostante il Napoli avesse dei problemi da risolvere, era chiara la sensazione che nulla, alla fine, sarebbe successo, e così è stato. Non si può, però, non rimanere perplessi davanti alla passività con cui la dirigenza azzurra ha affrontato questo mese di transazioni.
Si è puntato prevalentemente a sfoltire la rosa, come nei desideri di Mazzarri, e così è stato fatto. Rinaudo, Mascara e Santana hanno smesso la casacca azzurra per cercare fortuna altrove. I primi due sono passati al Novara, a cercare di dare il loro contributo per salvare la squadra piemontese, attualmente ultima in classifica. L’argentino, invece, cercherà di dare al Cesena l’apporto che non è stato in grado di offrire al Napoli. Totalmente avulso dagli schemi e in condizioni atletiche abbastanza discutibili, l’argentino era diventata la sesta scelta di Mazzarri, dopo l’esplosione di Pandev e l’acquisto di Vargas. Giusto, pertanto, che giocatore e squadra dividessero le loro strade.
Si poteva e doveva fare di più, non per vezzi o capricci di sorta, ma per necessità impellenti. Il Napoli accusa delle mancanze a cui si doveva porre rimedio. Le affermazioni di Bigon e Mazzarri non convincono: Britos e Donadel non possono essere considerati come “nuovi” acquisti; non sono loro i salvatori della Patria, sebbene il loro contributo potrà essere solo a vantaggio della squadra, in questa seconda parte di stagione.
C’era da aggiunger qualche pedina nel reparto arretrato dove il Napoli, negli ultimi mesi, palesa vuoti paurosi, soprattutto a causa di Campagnaro, giocatore che purtroppo deve scendere in campo, giocoforza, non avendo un sostituto adeguato.
“L’organico va bene così“, ha affermato Mazzarri. Chiaro. Se lo dice lui, va bene così. L’allenatore è lui, lui che vede i suoi ragazzi ogni giorno e lui che sa quale formazione mandare in campo. Ma è altrettanto chiaro che il Mister dovrà assumersi le proprie responsabilità, se le cose non dovessero andare come ci si aspetta.
Le trattative, o presunte tali, ci sono state, le voci di possibili acquisti di Tizio e Caio non sono mancate, ma è ovvio che questo faccia parte del gioco. Dopo l’acquisto di Vargas, che non dimentichiamo, è stato comunque uno dei colpi più interessanti del mercato, ha tenuto banco, nelle vicende azzurre, la querelle Candreva-Santana: uno scambio che sembrava sempre ad un soffio dalle firme, ma di cui alla fine è riuscito solo a metà. Come detto, l’argentino giocherà a Cesena, ma Candreva giocherà alla Lazio, non a Napoli.
Si vociferava del ritorno di Pazienza, ma era solo un accostamento. In realtà non c’era mai stata ne la volontà del Napoli di riprendere il centrocampista, ne tantomeno quella del giocatore stesso di tornare tra le fila della squadra da cui si è svincolato l’estate scorsa. E poi, diciamocelo onestamente: i cavalli di ritorno non portano mai frutti.
Il fuoco del “ritorno di fiamma” per Salvatore Bocchetti si è spento prima di accendersi, così come è stata poco più di una chiacchierata, l’idea dello scambio Dainelli-Aronica, nato e morto nel giro di un nefasto Genoa v Napoli.
Poteva andare via Donadel, giocatore che aveva un discreto mercato nonostante,in questa stagione, non si siano avute sue tracce sul terreno di gioco.
Giocatore che forse, infortunio a parte, non si è mai integrato a Napoli e nel Napoli ed è per questo che si è cercato una soluzione in uscita per lui. Strano, dunque, che alla fine il biondo centrocampista sia rimasto a Napoli; tutto sommato qualche buona alternativa, anche a prezzo ridotto, si poteva trovare. Non resta che Sperare anche in lui, non c’è altro da fare.
In attacco, in tre tenori sono stati lasciati tranquilli, quasi totalmente isolati dalle voci di mercato che, nel frattempo, toccavano big come Pato e Tevez. Cavani è stato accostato al PSG ed al Liverpool, a mantenere viva la tradizione delle classiche “bufale” di mercato. Hamsik è stato il “Mister X” dell’estate scorsa, mentre la clausola rescissoria di “soli” 31 mln sul contratto di Lavezzi non ha ingolosito nemmeno uno sceicco. Poco male.
Bigon ha comunque messo a segno un paio di colpi in prospettiva. Presi, infatti, Kabine, attaccante in forza al Carpi e lasciato in prestito fino al termine della stagione e Novotny, attaccante ungherese 17enne, che si aggregherà alla squadra Primavera.
Sul secondo non si può avere niente da dire, considerando il giovane attaccante un prospetto per il futuro, Kabine invece è una “furbata” di Bigon per liberare un posto in più per un extra-comunitario, in nome di un regolamento compesso, ma facilmente aggirabile da manovre, assolutamente conformi al regolamento, come questa.
Vero, sembra tutto strano, ma è il leit-motiv del Gennaio di marcato del Napoli. Così in campo, così nella stanza dei bottoni. Ma va bene anche così: in fondo il calcio è bello anche per le sue stranezze.
ANTONIO SALVATI