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Vi è parso proprio da settimo posto il Napoli di San Siro? Se avesse battuto il Milan scudettato avrebbe rubato qualcosa? Se l’abituale modulo amletico è stato ad un certo punto sostituito da un gagliardo 4-3-3 questa scelta tecnica non ha forse confermato la validità del gruppo azzurro e la piena parità con i titolatissimi avversari? Vorrei porre tanti interrogativi e avere adeguate risposte per spiegare come e qualmente sia stata gettata al vento una rara occasione da scudetto ma mi accontenterò di ricavare dalla partita contro il Milan l’unico verdetto interessante e utile in questo momento: giocando contro il Milan come se fosse in Champions il Napoli ha dimostrato che quando sarà l’ora del Chelsea saprà fare la sua parte. E così si spiega la dibattuta (e onorevole, anche se poco utile) tendenza degli azzurri a esser forti coi forti e deboli coi deboli: Milan, Inter e Juve profumano d’Europa, di albo d’oro, di prima pagina, e quando le batti o le contieni godi dell’attenzione mediatica, delle carezze (verbali) di Ilaria d’Amico, dei sorrisetti di Mauro, dei blabla di Costacurta e dei valori voli accenti di scribi antichi o imberbi. Qualcuno mi dirà che sarebbe meglio accendere un cero a San De Sanctis, ma è da troppo tempo che conosciamo le virtù del super portiere azzurro e non credo di poterne scoprire altre virtù, se non esulando dal campo strettamente tecnico: io sono infatti convinto che le migliori prestazioni di Morgan il Parata comprendano anche una importante autorevolezza che si trasmette nel campo a tutti i contendenti, dai compagni, agli avversari …beh, no, agli arbitri no. Sarà come sempre prezioso, De Sanctis, appena il Napoli sbarcherà in Europa. Nel frattempo, la squadra deve mantenere intatto lo spirito dell’ultima sfida e andare incontro al Siena del napoletanissimo Sannino, in Coppitalia, con tutti i suoi uomini migliori: lo merita lo spettacolo, lo merita la classifica, lo merita il generoso Presidente ma soprattutto lo meritano i migliori tifosi che nei loro film girati a Fuorigrotta non interpretano le violenze di A.C.A.B. ma la più genuina passione calcistica. È importante che da ieri la mortificante gnagnera degli ultimi tempi abbia di nuovo lasciato il posto al dibattito accademico, al calcio vero, quello delle mosse giuste, dei competenti, dello sfizio tattico.

Fonte: IlRoma.net

Articolo modificato 6 Feb 2012 - 09:42

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Scritto da
redazione