Ho un sacco di amici interisti, uno si dichiara addirittura interista maradoniano riconoscendo il genio che è stato Diego. Quando siamo stati superiori noi, lo hanno sempre riconosciuto, persino più di quanto abbia riconosciuto io a volte i loro meriti. Sono forse i tifosi avversari con cui discuto meglio. Prima di venire allo stadio, li ho salutati su Facebook: “Non penserò neanche una volta a voi tra le 20.45 e le 22.45”, ho scritto. E così è stato, mentre gustavo il panino con le melenzane a funghetti, mentre godevo delle splendide giocate che i nostri ci regalavano, mentre osservavo stupita la crescita di Inler. Quando Lavezzi ha toccato quella palla ho pensato: “Ecco, adesso o la lancia verso la curva o mi rende felice”. E quando quella palla è entrata, mentre in tribuna ci abbracciavamo forte, mi sono venuti in mente proprio loro, i miei amici interisti. Quando tutti insieme, noi del San Paolo abbiamo intonato il coro per il Pocho, mentre sorridevo persino con le sopracciglia, ho pensato a Rossano, Luca, Alfredo. È a loro che dedico il mio sorriso. L’abbiamo meritata. A loro voglio bene, al Napoli di più.
Fonte: Il Mattino
Articolo modificato 27 Feb 2012 - 09:43